12 novembre 2010

Sogno n. 153

Ricevo e pubblico:

"Gent. dottor Romano, dopo aver letto il commento da lei fatto al mio sogno del killer (n.148), mi sono rinfrancata e ho deciso di affrontare le mie paure oniriche in un modo diverso cioè accettandole e "abbracciandole" invece di combatterle.

Spero davvero che le mie avventure oniriche, se deciderà di inserirle nella "bacheca dei sogni", possano essere utili a qualcun altro, come il suo lavoro e l'attenzione che mi ha dedicato lo sono stati per me. La ringrazio, per ora, e la saluto molto cordialmente".
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Mi trovo nella solita situazione onirica: sono nella camera buia, davanti alla porta murata (una specie di anticamera o di prova preliminare per arrivare poi al killer) che mi ha sempre terrorizzata e che non ho mai provato ad aprire.

(Da bambina passavo spesso vicino ad una casa abbandonata che immaginavo contenesse terribili segreti e ne ero affascinata ed impaurita allo stesso tempo. Potevo vedere l'interno di una stanza attraverso una finestra del tutto simile a quella del sogno. Due notti fa, in un altro sogno, per la prima volta quella stanza era illuminata e dalla finestra ho visto una donna stesa sul pavimento, non sapevo se viva o morta, poi sono fuggita via).

Stanotte invece mi sono fermata a guardare e ho visto che la donna si muoveva: era lacera e stanca, barricata in questa stanza per paura del mostro, e si nutriva di quello che la gente, per carità, le lasciava davanti alle sbarre della finestra.
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Consapevole di trovarmi in un sogno, ho deciso di liberarla affrontando il suo terribile guardiano. Da un armadio pieno di pistole e fucili ho preso solo un ombrello (non so perché, ma sapevo che era l'unica arma efficace) e dell'acqua benedetta. Subito dopo è uscito il mostro nella classica forma del drago sputafuoco. Sapeva di essere destinato alla sconfitta perché io non avevo più paura di lui. Infatti mi è bastato conficcargli l'ombrello nel muso e cospargerlo di acqua santa per vederlo crollare a terra.
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Sorrideva e io l'ho abbracciato con affetto; mi ha detto che valeva la pena morire perché questo gli aveva permesso di conoscere l'amore. Poi tutto è svanito e mi sono ritrovata a volare attraverso un paesaggio notturno fantastico, pieno di stupende costruzioni dalle forme suggestive.
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So che il drago era solo una specie di guardiano, non il killer vero e proprio, ma il sogno è stato davvero molto gratificante e vivificante.
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Interpretazione
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A volte, quando la situazione è matura, basta poco per indurci ad affrontare il cosiddetto MOSTRO che in realtà molto spesso si rivela essere qualcuno che ci SORRIDE e che possiamo addirittura ABBRACCIARE CON AFFETTO, come in questo caso.
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È un guardiano, non il killer vero e proprio, ma può essere certa che anche quest'ultimo, una volta guardato in faccia, non aggredirà nessuno e si dissolverà nel nulla: si rilegga il sogno n. 33.
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La battaglia col mostro-drago è un tema centrale e ricorrente in tutte le culture. Questa prova viene sempre presentata come l'unico modo per conquistare la libertà. A lei manca poco per arrivarci, per il momento ha affrontato coraggiosamente il guardiano e come ricompensa ottiene di "volare attraverso paesaggi notturni fantastici, pieni di stupende costruzioni dalle forme suggestive".

Mi congratulo con lei, è stata davvero brava, coraggiosa ed anche rapida. Infatti il suo messaggio precedente è solo di pochi giorni fa.

Chi è la donna stesa sul pavimento? Per poterlo scoprire bisognerebbe intraprendere un lavoro che prenda in considerazione una serie di sogni, ma allora diventerebbe una psicoterapia vera e propria :-)

Il suo sogno sarà utile anche ad altri, certo, a tutti quelli che dubitano della propria capacità di smettere di fuggire e guardare finalmente in faccia il PRESUNTO mostro-killer.
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(Nota finale: anche questo sogno mi è stato spedito quando ancora interpretavo on-line un certo tipo di sogni)

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