31 ottobre 2012

Sogno n. 260



Ricevo e pubblico:

Ciao, qualche giorno fa ho fatto un sogno che mi ha molto colpito e ho pensato che l'interpretazione di un esperto potrebbe aiutarmi a capire qualcosa di più di me. Ti premetto che mi trovo in un momento di smarrimento per quanto riguarda il mio lavoro da impiegata. Ti ringrazio se vorrai interpretarlo, immagino che sia molto difficile senza sapere niente di più dell'autore. Saluti e complimenti per il servizio che offri, così utile ed interessante. Dunque, ecco il sogno.

Vengo a sapere dai miei superiori che mi hanno retrocesso di livello aziendale (cosa che nella realtà sarebbe impossibile). Allora decido di andare a protestare con l'ufficio del personale. Per arrivarci devo prendere un ascensore che parte dall'interno di una chiesa. In questa chiesa c'è molta gente che prega e canta e che mi guarda con riprovazione perché vengo in chiesa per motivi diversi dal pregare.
Aspettando l'ascensore, so di dover arrivare all'ultimo piano di un palazzo altissimo. A quel punto mi ricordo che percorrere in ascensore gli ultimi piani è molto pericoloso, l'ascensore può cadere. Allora decido di prendere l'ascensore fino ad un certo piano e poi fare gli ultimi a piedi. Ma a quel punto mi rendo conto che l'ascensore può arrivare in posti diversi dello stesso palazzo (come se potesse spostarsi in orizzontale oltre che in verticale) e io non so dove comincia la scala che porta all'ultimo piano. Rimango davanti all'ascensore senza sapere cosa fare.

Interpretazione

Hai ragione, è molto difficile e spesso addirittura impossibile interpretare un sogno non sapendo niente della persona che l'ha fatto. Nel tuo sogno, comunque, ci sono alcuni elementi che possono essere ricondotti a significati di carattere generale, vale a dire che prescindono dal tuo caso personale. Cercherò di metterli in evidenza rinunciando a cercare il significato globale del sogno.


  • I "superiori" che stanno all'ultimo piano di un palazzo altissimo fanno pensare ad un Super-Io molto severo, che domina dall'alto e che è irraggiungibile, ingiusto, eccessivamente punitivo.
  • L'altra faccia del Super-Io potrebbe essere un padre che possiede le sue stesse caratteristiche.
  • Vorresti ribellarti e protestare per il trattamento ingiusto che hai ricevuto, ma non trovi il sostegno della figura materna che, anzi, ti disapprova (per comprendere l'associazione Madre-Chiesa, pensa all'espressione corrente "nostra MADRE chiesa"). Forse hai una di quelle madri all'antica, tutte chiesa e sottomissione.
  • Avverti che la tua decisione di andare a protestare comporta rischi molto seri e che a nulla valgono gli stratagemmi da te escogitati.  La conclusione è che resti SENZA FARE NIENTE e senti di essere in una posizione di stallo.

Ho già incontrato in altri sogni lo stesso comportamento bizzarro che l'ascensore ha nel tuo. È molto probabile che stia ad indicare la presenza di una comunicazione problematica tra il "sotto" ed il "sopra" della tua psiche, tra l'inconscio e la coscienza..

Non so dirti di più.

20 ottobre 2012

Sogno n. 259


Durante la seduta il mio analista si toglie i pantaloni e resta in mutande. Sono bianche, di tessuto e  a calzoncini. Non si tratta di un tentativo di approccio sessuale, è un gesto professionale, lui vuole che io prenda contatto con le sensazioni prodotte in me dall'idea dell' uomo-padre-dotato-di-sesso

Me la do a gambe, scappo e provo il panico, la paura ultima e più grande.

Interpretazione

Le sottolineature sono della paziente e mettono bene in evidenza l'intensità della reazione emotiva prodotta in lei dall'idea sconvolgente dell'UOMO-PADRE-DOTATO-DI-SESSO.

Oramai fa parte della cultura generale l’idea che l'analista sia associabile alla figura del padre.

Per quale motivo, allora, la paziente era così sconvolta dal sesso del padre che, oltretutto, nel sogno era soltanto implicito visto che c'erano pur sempre delle mutande a coprirlo? Molte persone non credono nel complesso di Edipo, ma vogliamo considerare, almeno come semplice ipotesi, che lei fosse spaventata non tanto dal sesso del padre quanto da tutto quello che inconsciamente ci aveva costruito attorno con le sue fantasie incestuose?

Che lei fosse rimasta attaccata morbosamente al padre, morto 20 anni prima, lo dimostra il sogno n. 193 che definire macabro è troppo poco. Ripeto spesso che Federico Fellini, come creatore d’immagini, era solo un principiante in confronto all'inconscio e alla sua inesauribile capacità di  proporre a getto continuo immagini sempre nuove e dense di significato come quelle abitualmente contenute nei sogni.

Il panico da lei provato era stato così totale che a fugarlo non era bastata nemmeno la consapevolezza che l'analista fosse animato solo da spirito professionale cioè da finalità esclusivamente terapeutiche. 

Consentitemi di chiudere con una osservazione scherzosa e frivola. Con molta probabilità un uomo non avrebbe sognato che le mutande erano bianche, di tessuto e a calzoncini. Non lo avrebbe sognato semplicemente perché non lo avrebbe notato. Lei invece, in quanto donna, pur trovandosi a vivere quel po' po' di marasma emotivo, trova il modo di notare nell'abbigliamento dell'analista ben tre caratteristiche estetiche  :-)


10 ottobre 2012

Sogno n. 258


Ero nel dormiveglia e mi accorgevo di avere messo l'indice e il medio a forbice e di averli appoggiati alla base del pene. Il gesto era quello abituale per me, cioè collegato all'idea di tagliarmi il pene. Questa volta, però, c'era una novità, provavo immediatamente un forte sentimento di repulsione, tanto da levare le dita di scatto.

Interpretazione

Il dormiveglia rappresenta la fase di passaggio dalla veglia al sonno o viceversa. In quei momenti possiamo avere pensieri, sensazioni e immagini che sono un mix di coscienza e di inconscio, con prevalenza di quest'ultimo. Ecco perché nelle sedute di analisi possiamo utilizzare anche quel tipo di materiale (immagini ipnagogiche).


Su questo "quasi-sogno" ci sarebbe da scrivere molto, ma mi limiterò all'essenziale. La persona in questione, in passato aveva avuto diverse volte la fantasia di tagliarsi il pene e aveva cercato di immaginare come si sarebbe sentito dopo. A spingerlo a fare tale fantasia non erano dei sensi di colpa e il conseguente desiderio di autopunirsi, era piuttosto una curiosità che lo solleticava parecchio. Si sarebbe potuto pensare a delle tendenze omosessuali, ma non sembrava questo il caso. Lui avvertiva vagamente che, dopo, sarebbe stato "meglio". 

Lavorando a lungo su questo materiale, l'ipotesi più attendibile che emerse fu che per lui "tagliarsi il pene" era come dimettersi da un incarico troppo gravoso, troppo impegnativo, tanto è vero che in precedenza aveva fatto un altro sogno in cui, pur essendo proprietario di un grande palazzo antico, dormiva abitualmente nel porticato come un barbone (vedere il sogno n. 24).

Per lui, insomma, evirarsi significava arrendersi anziché sopportare la fatica e il rischio che il combattere comporta. L'arrendersi era quindi associato all'idea di un vivere più facile, più comodo, più sicuro. Ecco perché quella fantasia lo intrigava tanto. Era pertanto evidente che avrebbe continuato a coltivare quella fantasia fintantoché l'avesse associata al pensiero-sensazione: EVIRATO È BELLO.

In ogni modo, in questo sogno facevano la loro comparsa una novità e un però. Adesso la curiosità e l'attrazione erano state sostituite da un forte sentimento di REPULSIONE. Adesso non desiderava più DIMETTERSI. Come conseguenza, nella vita da sveglio cominciò a comportarsi diversamente, era più grintoso, aveva abbandonato l'atteggiamento dello sconfitto per "scelta propria” ed era deciso a giocarsi tutte le carte che aveva in mano.

Fino a che punto sarebbe arrivato? Solo la vita vissuta avrebbe dato una risposta a questa domanda. La cosa importante per ognuno di noi, del resto, non è dove si arriverà, ma riuscire a usare tutto il carburante che si ha in dotazione. Poi chi vivrà vedrà....