30 ottobre 2010

Sogno n. 151

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Ricevo e pubblico: "Che interpretazione propone per il mio sogno che descrivo qui sotto? Grazie".

Nella realtà è nato il mio primo figlio che ora ha tre mesi. Sogno spesso di farlo cadere in terra, camminando per la strada, ma il bimbo non si fa mai male.

Interpretazione

A questo sogno non posso dare una interpretazione vera e propria in quanto non so niente di lei, ma penso valga la pena di cogliere l'occasione per fare delle considerazioni di carattere generale.

Una delle caratteristiche dell'animo umano è che possiede la sconcertante capacità di nutrire sentimenti OPPOSTI nei confronti della STESSA persona. Possiamo amare una persona e nello stesso tempo provare nei suoi confronti risentimenti anche forti. A livello cosciente rifiutiamo di accettare questo secondo sentimento perché ci appare inammissibile, inaccettabile, allora il risultato è che lo RIMUOVIAMO. Ma cos'è la RIMOZIONE? Sintetizzando e semplificando al massimo, è la scomparsa dall'area della coscienza di una emozione in quanto giudicata condannabile dal nostro censore interno e inconscio. Questa emozione però non scompare davvero, ma continua ad essere presente nella parte inconscia della nostra psiche e da lì produce effetti nocivi che possono andare dal lieve disturbo nevrotico ai sintomi più gravi, anche somatici, per i quali sarebbe sempre opportuno rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Ho usato il condizionale perché molto spesso, invece, si ha paura di farlo in quanto ci lasciamo condizionare da pregiudizi anacronistici, il più diffuso dei quali sostiene che: "dallo psicoterapeuta ci va solo chi è matto". Pregiudizi che questo mio sito, nel suo piccolo, si propone di contribuire a combattere.

E adesso veniamo finalmente al suo sogno e a quello che se ne può ricavare.

  • Innanzitutto, la sua ripetitività (sogno spesso) induce a pensare che si tratti di una situazione psichica che non è stata superata in quanto ancora non è stata affrontata e risolta.
  • In secondo luogo, lei non scrive: "Mio figlio CADE in terra", scrive invece: "Lo FACCIO cadere in terra". Sembra cioè che l’incidente non sia da attribuire al caso, ma ad una sua responsabilità diretta e personale, probabilmente ad una sua intenzione inconscia.
  • Il tutto si conclude sempre senza alcun danno per suo figlio (non si fa mai male) il che significa che il sogno non esprime aggressività verso il bambino ma, forse, soltanto il desiderio di liberarsi di lui cioè di NON ESSERE PADRE.

Per quali motivi un uomo può provare il desiderio di rifiutare il suo ruolo di padre? Non conosco la risposta per il suo caso personale, ma di solito possono essercene almeno tre:

  1. Caso più semplice: un figlio può venire al mondo "non desiderato" ed imporre quella che una volta si chiamava la "riparazione" cioè il matrimonio.
  2. La nascita di un figlio può costringerci ad uscire dal mondo della "non responsabilità" tipico degli adolescenti, può costringerci cioè ad entrare in quello degli adulti che si prendono cura di qualcun altro. Se non siamo sufficientemente maturi, rifiutiamo questo ruolo in quanto vorremmo continuare a RICEVERE le attenzioni e le cure anziché DARLE. Vorremmo anche continuare a godere di quei divertimenti che la presenza di un figlio rende impossibili da concedersi.
  3. Quando nasce un figlio la coppia si trasforma in famiglia nel senso pieno della parola e può capitare che all'idea della famiglia noi associamo ricordi sgradevoli provenienti dalla nostra infanzia, dalle esperienze negative che abbiamo vissuto nel nostro nucleo familiare di origine.

Questi tre motivi servono solo come esempio, ma ce ne potrebbero essere anche altri che dovrebbero essere ricercati caso per caso e con pazienza.

Mi rendo conto di averle proposto un piatto poco gradevole perciò è molto probabile che non si riconoscerà in questa interpretazione.

(Nota finale: questo sogno mi è stato spedito quando ancora interpretavo on-line un certo tipo di sogni))

26 ottobre 2010

Sogno n. 150

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Mi preparo in vista di un incontro di karatè o qualcosa di simile. Sarà una lotta autentica. Dovrò combattere con qualcuno in strada, ma non ho la sensazione di un grande pericolo o della paura.

Interpretazione

Questo paziente è lo stesso che ha fatto il sogno n. 143 e che ha sempre avuto il problema di affrontare gli altri, soprattutto a livello fisico. Pur di evitare lo scontro diretto preferiva rinunciare anche a quello che gli sarebbe spettato di diritto. Ecco invece che adesso a livello profondo comincia a comparire l'atteggiamento opposto. Oltre questo, la prospettiva della lotta imminente ("autentica", tiene a sottolineare) lo lascia tranquillo e senza paura. In più, lo scontro avverrà in strada cioè nel luogo tipico in cui si incontrano gli altri. Insomma, la grinta necessaria per affrontare la vita comincia a fare la sua comparsa.

Anche se il sogno esprimesse soltanto l'esaudimento di un desiderio e non l'anticipazione di un cambiamento nella vita reale, anche in questo caso esprimerebbe comunque un cambiamento positivo rispetto al suo precedente modo di pensare improntato alla RINUNCIA e alla RASSEGNAZIONE fatalistica che si erano manifestate anche a livello profondo. In un sogno precedente infatti era rinchiuso in una prigione e l'unico pensiero che occupava la sua mente era quello di starci il meno scomodamente possibile.

16 ottobre 2010

Sogno n. 149

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Sto in una casa molto luminosa. Ho l'età attuale. Dal piano terra, in cui mi trovo io, si può vedere il piano superiore dove sta mia moglie. Tra i due piani c'è una scala la cui costruzione non è mai stata completata, nel senso che parte dal piano terra ma non arriva fino al piano dove sta mia moglie. Inoltre sembra che sia bloccata nella parte in alto. Anche volendo non si può arrivare al piano superiore. Non desidero raggiungere mia moglie. Non c'è alcun tipo di comunicazione tra di noi. Sono stupito per l'intensità della luce che c'è nella stanza.

Interpretazione

Ecco la fotografia perfetta di un certo tipo di rapporto matrimoniale caratterizzato dalla mancanza totale di comunicazione tra i coniugi ed anche dal predominio della moglie sul marito. Infatti lei sta in alto, lui sta in basso e per due volte definisce SUPERIORE il piano in cui si trova lei.
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Il sogno dice anche che il marito ha provato a stabilire un contatto (la scala parte dal basso cioè da dove si trova lui), ma il tentativo si è risolto in un completo insuccesso (la scala è non solo incompleta, ma addirittura bloccata e i due non si parlano nemmeno da lontano). Oramai lui non ha più nessun desiderio di fare altri tentativi di raggiungere la moglie.
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Il sogno non dice invece quali siano le cause che hanno prodotto una situazione del genere. Bisognerà attendere altri sogni che ne chiariscano i motivi.
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L'intensità della luce sta ad indicare la chiara evidenza con la quale a livello profondo lui si rende conto del particolare tipo di rapporto che oramai esiste tra loro due.
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Interessante notare che nella vita reale lui è stato sempre convinto di essere quello che a casa "ha le palle" (espressione sua). In effetti è proprio così, ma dalle riflessioni stimolate dal sogno è emerso questo: per evitare le discussioni senza fine con la moglie, lui da molto tempo le lascia campo libero e questo fatto ha indotto lei ad occupare lo spazio lasciato vuoto dal marito. L'abbandono del campo non è stato quindi determinato da una debolezza o da una paura, ma dal semplice desiderio di tranquillità. Il guaio però è che l'effetto finale resta identico a quello prodotto da una eventuale debolezza o paura: adesso la moglie sta SOPRA e lui SOTTO.
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Consentitemi per l’ennesiama volta di approfittare dell'occasione che mi offre questo sogno per sottolineare il vantaggio senza pari offerto dal lavorare sui sogni durante una psicoterapia. Se non ci fosse stato questo sogno, infatti, il mio paziente avrebbe continuato ad essere convinto che il suo comportamento verso la moglie era quello più appropriato in quanto gli consentiva di procurarsi quel minimo di tranquillità di cui aveva bisogno per continuare a vivere. Senza questo sogno non si sarebbe mai reso conto di quale prezzo finiva per pagare pur di assicurarsi la tranquillità.
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Questo sogno (come gli altri, del resto) dimostra che la parte inconscia del nostro cervello molto spesso vede e capisce anche quello che invece sfugge alla parte cosciente diurna. Ecco perché ci converrebbe utilizzare sempre anche questa "marcia in più" che possediamo. Converrebe ai pazienti per guarire e agli psicoterapeuti per aiutare i pazienti a guarire. Ma risulterebbe utile anche alle persone cosiddette "sane" per conoscersi meglio e per raggiungere il giusto equilibrio interno. Insomma, "La miniera d'oro dei sogni…. interpretati". Mi ripeto? Sì, ma credo ne valga la pena.

11 ottobre 2010

Sogno n. 148 (bis)

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Mi trovo in campagna con altre persone. Sentiamo dei rumori e poco dopo vediamo arrivare dei cavalieri medioevali dall’aspetto minaccioso che fanno da scorta ad un mostro gigantesco che voleva ucciderci. È bruttissimo, è molto grosso anche se decisamente meno di quanto pensassi. Però ha un aspetto davvero terribile, sembra un energumeno con un enorme cespuglio di capelli neri e crespi, la pelle scura, gambe e piedi enormi (nota dell’analista: per darmene un’idea esatta, commentando a voce il sogno mi ha precisato che i piedi avevano le stesse dimensioni della porta finestra che c’è nel mio studio). Non parla, avanza minacciosamente emettendo versi animaleschi, come dei ruggiti. Noi scappiamo perché sembra proprio intenzionato a farci del male.

Cambia scena, mi trovo in una casa con delle persone amiche e ad un tratto riappare il mostro ruggente. Quando mi vede mi fa una smorfia minacciosa. Io ho paura e cerco riparo, anche se noto che sembra meno grosso di prima, ora è solo un omone molto robusto, anche se ha ancora le stesse caratteristiche di cattiveria e di bruttezza che possedeva prima.

Gli altri si comportano come se la presenza di quello che io chiamo il mostro fosse normale. In effetti, a pensarci bene, seppure si aggiri per la casa con atteggiamento tutt’altro che amichevole, non fa male a nessuno. Allora comincio a rilassarmi e cerco di vederlo con maggiore obiettività. Qualcuno mi dice che in fondo è buono, è solo molto brutto e fa paura solo per questo. Tutti lo scansano per il suo aspetto terribile. Per questo è diventato aggressivo, ma è solo apparenza, in realtà ha solo bisogno di affetto.

Allora mi sento in colpa e mi convinco che dovrei fare qualcosa per avvicinarlo, anche se non riesco del tutto ad ignorare la sensazione di paura che mi suscita. In breve, mi faccio forza e vado a cercarlo. Mi fermo poco distante dalla stanza in cui lui si trova e che è la più nascosta della casa. Lo chiamo con voce incerta e gentile. Lui si affaccia, mi fa la solita smorfia minacciosa e mi chiede: “Ma tu non avevi paura di me?”. Io, che per la verità un po’ tremo, gli dico di sì, che avevo paura, ma adesso ho capito che non è cattivo.

Tra l’altro, quando esce dalla stanza non ha più le grandi dimensioni di prima, sembra addirittura un nanetto. Mi fa addirittura tenerezza e, dopo avere mantenuto per un po’ le distanze, ci avviciniamo. Io gli sto davanti e mi chino per mettermi alla sua stessa altezza, lo guardo negli occhi, gli accarezzo il viso brutto e commossa gli dico che mi dispiace tanto di essere stata cattiva con lui evitandolo, ma avevo paura perché non avevo capito che lui era buono e voleva solo socializzare. Finisce che ci abbracciamo. Tutto si risolve ed io me ne vado sollevata e in pace con me stessa.

Interpretazione

Credo che non si potrebbe descrivere meglio di quanto non faccia questo sogno il graduale processo che trasforma in positivo la paura che ci incute la nostra aggressività finché la proiettiamo all’esterno impedendoci così di riconoscere che ci appartiene. Come ho detto nel sogno precedente, però, questa trasformazione può verificarsi soltanto quando SMETTIAMO DI FUGGIRE.

Ho evidenziato con un colore diverso le varie fasi del passaggio dal TERRORE che incute il GIGANTE all'inizio fino all’AFFETTO COMMOSSO provato in ultimo per il NANETTO.

Se qualcuno volesse essere scettico a tutti i costi e obiettasse: “Nel sogno c'è una conclusione positiva, d'accordo, ma cosa è cambiato nella vita reale della sognatrice dopo questo sogno?”. A questo qualcuno posso dire che la persona in questione è diventata la stimatissima segretaria personale di un alto funzionario dell’amministrazione pubblica. Prima dell’analisi invece faceva la dattilografa precaria in una piccola ditta e ogni volta che doveva presentarsi ad un colloquio di lavoro per cercare di migliorare la sua posizione, per l’ansia, la paura e l’insicurezza già una settimana prima cominciava ad essere afflitta da penosissimi fenomeni diarroici. È facile immaginare quale impressione potesse produrre in chi la stava esaminando per una eventuale assunzione. Tra l'altro, nei giorni che precedevano uno di questi colloqui fece un sogno in cui si presentava all'esaminatore tenedo per mano una bambina di pochissimi anni. Non è necessario essere un Freud per capire chi fosse la bambina piccolissima.

10 ottobre 2010

Sogno n. 148

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Dopo avere scorso alcune pagine del suo sito ho pensato di proporle un mio sogno che negli ultimi mesi si è fatto piuttosto frequente.
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"Sono inseguita da un killer che ha il volto coperto da un cappuccio nero oppure non ha volto. Vuole uccidermi e io fuggo continuamente o mi nascondo".
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In genere questo sogno è accompagnato da altri, strettamente correlati, in cui vengo esortata ad affrontare il nemico perché, mi si dice, ne ho la possibilità.
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Ho tentato di farlo, anche in sogni in cui sono consapevole che sto sognando, ma l'angoscia che provo quando sono sul punto di affrontarlo (una vera e propria angoscia di morte) mi ha sempre distolto dal farlo, almeno fino ad ora. Credo che la mia paura sia l'ostacolo più grosso.
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Ultimamente in questi sogni mi vengono mostrati oggetti magici e molte armi che, contrariamente a quello che penso, dimostrano la mia "forza".
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Mi piacerebbe molto conoscere il suo parere perché apprezzo l'equilibrio con cui tratta l’argomento dei sogni. Personalmente sono molto interessata ai sogni (tengo da anni un diario onirico) e ho cercato di leggere testi seri per poter lavorare un po', da sola, sui miei contenuti onirici: il risultato è che si è stabilita una specie di "collaborazione" tra la coscienza e l’inconscio che si manifesta sotto forma di consigli e di suggerimenti, tipo quello che ho descritto sopra.
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Concludo dicendole brevemente qualcosa di me: ho.... anni; sono sposata da....; con.... figli; ho avuto un rapporto molto difficile con la mia famiglia d'origine che mi ha creato dei problemi per superare i quali ho dovuto ricorrere ad una psicoterapia.
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Spero che questi pochi cenni le siano d'aiuto. Per ora la ringrazio e le faccio i migliori auguri per il nuovo anno. Spero di poter leggere presto una sua risposta.

Interpretazione

Sull'immagine del killer si potrebbero fare molte ipotesi, ma non ho elementi sufficienti per avvalorarne una piuttosto che un'altra. Posso dire soltanto che nei sogni queste figure minacciose rappresentano spesso la nostra aggressività che proiettiamo all'esterno poiché non siamo capaci di riconoscerla come nostra. Ecco perché il killer è privo di volto oppure ne ha uno coperto dal cappuccio.
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Nel tuo caso, dal momento che sei riuscita a stabilire questa preziosa collaborazione tra la coscienza e l'inconscio, la cosa migliore da fare è aspettare che si produca spontaneamente la capacità di affrontare la situazione. Questo dovrebbe verificarsi molto presto visti gli oggetti magici, le armi e la forza di cui disponi. Li possiedi, il sogno te lo dice, ma ancora non ne sei convinta. Dici di credere che l'ostacolo più grosso sia rappresentato dalla PAURA. In questi casi di solito la paura svanisce quando "sentiamo" di possedere i mezzi (armi, forza, mezzi magici o qualunque altro mezzo adatto alla bisogna) per poter fare fronte alla situazione. Ho scritto "sentiamo" perché non si tratta di convincersene a livello puramente razionale. Un aiuto potentissimo per raggiungere questo risultato è rappresentato proprio dai sogni in quanto agiscono soprattutto a livello profondo-inconscio. A condizione però che siano anche interpretati. Altrimenti non ci sarebbe bisogno di andare in analisi.

Quando finalmente smettiamo di fuggire e guardiamo in faccia il "killer" che ci insegue, si verifica un fatto straordinario che è documentato da una caterva di sogni: si scopre che il presunto killer in realtà scompare oppure che è inoffensivo. Spesso vuole addirittura aiutarci, per cui finiamo per diventare amici e volergli anche bene!
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Se non l'hai già fatto, ti invito a leggere il sogno n. 33, soprattutto la conclusione. Meglio ancora, leggi il sogno seguente che descrive in modo esemplare il processo che trasforma in positivo la paura che ci incute la nostra aggressività prima dell'analisi ed anche durante un suo discreto tratto.

6 ottobre 2010

Sogno n. 147 (bis)

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Mi trovavo in quella che era la mia casa. Era una grande casa a più livelli. La scoprivo piano piano, come se non la conoscessi. Notavo che era bellissima. Notavo anche che in pratica non c'era nulla di finito, nessuna parte era completamente finita.

Nella parte superiore c'era l'appartamento di mamma che era nello stato in cui si trova nella realtà cioè molto malata. Mi preoccupava il fatto che non ci fossero le inferriate o comunque le chiusure che impedissero una caduta all'esterno. Però concludevo che non c'era problema in quanto, viste le sue condizioni, non era in grado di arrivare fino alla finestra.

Esploravo gli altri piani che erano disposti come in una serie di terrazze. Era tutto bianco, c’erano luce e sole. La casa mi colpiva per la sua bellezza. Notavo però che non c'era nessuna parte finita, nessuna parte utilizzabile. Mancava comunque poco, la parte finale. Mi chiedevo quindi come avrei potuto fare dal momento che era una casa grandissima e finirla avrebbe comportato una spesa notevole. Però volevo farlo lo stesso in quanto la casa era meravigliosa.

Con me c'era un amico costruttore. Gli chiedevo cosa c'era ancora da fare per portare a termine il lavoro. Pensavo a come avrei potuto pagarlo, magari un po' per volta. Per farmi vedere i lavori che restavano da fare, lui mi invitava a salire sul tetto di una costruzione che stava a fianco della mia. Si saliva arrampicandosi e infilando le mani e i piedi dentro piccole buche come quelle che si usano nei pozzi per risalire in caso di caduta accidentale.

Con me saliva anche il mio figlio piccolo e avevo il timore che potesse cadere. Perciò prima pensavo che avrei potuto legarlo a me, poi che sarebbe stato meglio che non salisse.

Poi vedevo uno scaffale in muratura con dentro una serie di libri antichi rilegati. Pensavo che avrei potuto cominciare sistemando quel pezzo, anche se mi sembrava molto piccolo.

Interpretazione

Ecco un sogno molto interessante perché mostra una volta di più quale capacità di comprensione profonda e di sintesi possieda il nostro inconscio.

Sei anni fa il sognatore aveva interrotto l’analisi prima che il lavoro fosse giunto ad una conclusione soddisfacente. Lo aveva fatto adducendo motivazioni che non sto a riportare qui perché ci porterebbero inutilmente lontano dal punto centrale del problema.

Il significato del sogno appare subito chiaro se ricordiamo che la casa è il simbolo della personalità di chi sogna.

In un senso molto generico, possiamo dire che la madre e il figlio sono due figure implicate nell’opera di completamento dell’analisi, ma il sogno non ci dice in quale modo specifico, tranne che entrambe sembrano esposte ad un pericolo che però ad un esame più attento appare inesistente o comunque neutralizzabile.

C’è la preoccupazione per il costo che comporterà la ripresa dell’analisi, tuttavia nemmeno questa sembra una difficoltà insuperabile. Tanto più se si considera il valore e la bellezza della casa che alla fine il sognatore si troverà a possedere. Senza considerare poi che il lavoro più grosso è già stato compiuto, mancano solo le rifiniture!

Credo sia inutile dire chi rappresenta il costruttore al quale verrà affidato il completamento della ristrutturazione.

I libri antichi sui quali iniziare il lavoro indicano in quale dimensione temporale bisognerà muoversi: quella che appartiene al passato, all’infanzia e alla giovinezza.

Per rendersi conto di quali lavori restano ancora da fare, bisogna “arrampicarsi” usando mani e piedi. Significa che è richiesto un certo impegno personale e diretto.

La casa è grande, bellissima, meravigliosa, tutta bianca, piena di luce e di sole. La sua bellezza sorprende il sognatore e lui la scopre poco a poco.
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È una stupenda immagine delle risorse che possediamo dentro di noi, ma che lasciamo inutilizzate perché - prima di intraprendere una psicoterapia basata sull’interpretazione dei sogni - non sappiamo di possederle.
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PS - Dopo questo sogno il paziente ha ripreso l'analisi che aveva interrotto prima della sua conclusione.

2 ottobre 2010

Sogno n. 147

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È giorno. Cammino lungo una strada di periferia in compagnia di un’altra persona non ben identificata. Sulla mia sinistra c'è la campagna. A destra vive un gruppo elitario di persone benestanti. Hanno una loro struttura organizzativa che non conosco, ma che mi intriga.
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Con la persona che mi accompagna riusciamo ad entrare in questa specie di mondo separato. Con mia grande sorpresa mi accorgo però che in realtà quelle persone si affannano come formichine per costruire case di un opprimente colore verde scuro o rosso cupo, e lo fanno usando il materiale spugnoso che usano i fiorai per infilarci i fiori. Allora comincio a chiedermi che senso abbia tutto questo affannarsi per niente.
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Continuo ad inoltrarmi in questo strano paesaggio dove vedo persone preoccupate solo di se stesse che corrono affannosamente e danno grande importanza a cose che per me invece non hanno alcun valore.
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La persona che è con me non vive la mia stessa sensazione di crescente delusione. Inizio a desiderare di venirne fuori, ma con mio grande stupore la via d'uscita risulta introvabile. Mi sembra di essere prigioniera in un labirinto. Molto stanca, sola e preoccupata di non riuscire a ritrovare l'aria pura, mi rivolgo al cielo con forza per ricevere un aiuto. A questo punto, un braccio che non è fatto di carne mi avvolge saldamente alla vita e mi trasporta sul ciglio della strada deponendomi sul muretto di cinta. Sono stremata, accanto a me vedo uno strano piccolo oggetto d'avorio con delle incisioni che mentalmente collego allo yoga. Rifletto un po’ se prenderlo e tenermelo come ricordo di questa strana avventura, ma non ho neppure la forza di allungare la mano. L'oggetto scivola per terra. Anche io sono in bilico sul muretto e rischio di ricadere indietro, ma nuovamente interviene un provvidenziale aiuto esterno che dal di dietro mi spinge facendomi cadere in avanti, finalmente sulla strada libera. Il sole è al tramonto.

Interpretazione

Rispetto al sogno precedente qui vediamo emergere con maggiore forza il conflitto interiore in cui si dibatte la sognatrice: è attratta dalla vita mistica e spirituale, ma ancora non si è liberata del tutto dalla seduzione che il mondo profano e il benessere materiale esercitano su di lei. Infatti quel mondo la "intriga" e la induce a darsi da fare per entrarci. Una volta dentro, però, si accorge che le persone che prima considerava privilegiate (gruppo elitario) in realtà si affannano per costruire case opprimenti e fatte, per di più, con il materiale poroso che i fiorai usano per infilarci gli steli dei fiori. Questo materiale evoca l'idea di qualcosa di ARTIFICIALE e SENZA VITA perché viene spontaneo confrontarlo con la terra vera che invece nutre i fiori.

La delusione e la presa di coscienza della sognatrice sono molto forti, tanto è vero che ripete più volte concetti analoghi: le case costruite da quelle persone sono OPPRIMENTI e INCONSISTENTI; quelle persone si affannano per niente; quelle persone sono tutte prese da se stesse, quelle persone corrono e danno grande importanza a cose che per lei non hanno alcun valore.

A questo punto potrebbe sembrare tutto molto semplice: essendo rimasta delusa dal mondo "ordinario", lei se ne distacca senza rimpianti e senza difficoltà. Troppo facile! In realtà tutto risulta molto più complicato e difficile: "La via d'uscita sembra introvabile"..... "Mi sembra di essere prigioniera in un labirinto"..... "Molto stanca, sola e preoccupata di non riuscire a ritrovare l'aria pura"…. “Rischio di ricadere indietro”.

La situazione della sognatrice non è invidiabile perché non le piace più il mondo ordinario, ma nello stesso tempo non è capace di uscirne. Per sua fortuna, nel momento in cui sente di non riuscirci con le sue sole forze, chiede ed ottiene un intervento sovrannaturale (il braccio che non è di carne). Lo psicoterapeuta "laico" potrebbe considerare non positivo il fatto che la sognatrice risolva il suo problema grazie ad un doppio intervento "esterno" cioè non derivante da una sua effettiva maturazione-crescita come persona, ma c'è da tenere presente che in questo caso il problema non sembra essere di natura nevrotica. A meno di considerare nevrotici tutti i mistici. Qualcuno l'ha fatto, ma io non me la sento di seguirlo su questa strada, anche se è vero che alcuni aspetti della personalità mistica presentano risvolti meritevoli di approfondimento psicologico.

Il piccolo oggetto d'avorio che la sognatrice collega allo yoga e che non ha la forza di prendere, può essere messo in relazione con una esperienza da lei fatta recentemente. Ha seguito un seminario cattolico in cui si è parlato della possibilità di utilizzare le tecniche yoga oltre ai tradizionali strumenti del cattolicesimo cioè preghiera, sacramenti, meditazione, opere di carità, ecc. Evidentemente per lei queste tecniche non vanno bene, forse le sente estranee alla sua mentalità e alla sua cultura.

La persona che accompagna la sognatrice non è facile da interpretare, d'altra parte non sembra avere un ruolo molto importante nel sogno, scompare quasi subito.

Più interessante è l'immagine del sole al tramonto che conclude il sogno. Il sole ha molti significati, ma in questo caso potrebbe essere il simbolo della luce FISICA che sta diminuendo di intensità per lasciare il posto alla luce della conoscenza MISTICA alla quale aspira la sognatrice.