6 ottobre 2010

Sogno n. 147 (bis)

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Mi trovavo in quella che era la mia casa. Era una grande casa a più livelli. La scoprivo piano piano, come se non la conoscessi. Notavo che era bellissima. Notavo anche che in pratica non c'era nulla di finito, nessuna parte era completamente finita.

Nella parte superiore c'era l'appartamento di mamma che era nello stato in cui si trova nella realtà cioè molto malata. Mi preoccupava il fatto che non ci fossero le inferriate o comunque le chiusure che impedissero una caduta all'esterno. Però concludevo che non c'era problema in quanto, viste le sue condizioni, non era in grado di arrivare fino alla finestra.

Esploravo gli altri piani che erano disposti come in una serie di terrazze. Era tutto bianco, c’erano luce e sole. La casa mi colpiva per la sua bellezza. Notavo però che non c'era nessuna parte finita, nessuna parte utilizzabile. Mancava comunque poco, la parte finale. Mi chiedevo quindi come avrei potuto fare dal momento che era una casa grandissima e finirla avrebbe comportato una spesa notevole. Però volevo farlo lo stesso in quanto la casa era meravigliosa.

Con me c'era un amico costruttore. Gli chiedevo cosa c'era ancora da fare per portare a termine il lavoro. Pensavo a come avrei potuto pagarlo, magari un po' per volta. Per farmi vedere i lavori che restavano da fare, lui mi invitava a salire sul tetto di una costruzione che stava a fianco della mia. Si saliva arrampicandosi e infilando le mani e i piedi dentro piccole buche come quelle che si usano nei pozzi per risalire in caso di caduta accidentale.

Con me saliva anche il mio figlio piccolo e avevo il timore che potesse cadere. Perciò prima pensavo che avrei potuto legarlo a me, poi che sarebbe stato meglio che non salisse.

Poi vedevo uno scaffale in muratura con dentro una serie di libri antichi rilegati. Pensavo che avrei potuto cominciare sistemando quel pezzo, anche se mi sembrava molto piccolo.

Interpretazione

Ecco un sogno molto interessante perché mostra una volta di più quale capacità di comprensione profonda e di sintesi possieda il nostro inconscio.

Sei anni fa il sognatore aveva interrotto l’analisi prima che il lavoro fosse giunto ad una conclusione soddisfacente. Lo aveva fatto adducendo motivazioni che non sto a riportare qui perché ci porterebbero inutilmente lontano dal punto centrale del problema.

Il significato del sogno appare subito chiaro se ricordiamo che la casa è il simbolo della personalità di chi sogna.

In un senso molto generico, possiamo dire che la madre e il figlio sono due figure implicate nell’opera di completamento dell’analisi, ma il sogno non ci dice in quale modo specifico, tranne che entrambe sembrano esposte ad un pericolo che però ad un esame più attento appare inesistente o comunque neutralizzabile.

C’è la preoccupazione per il costo che comporterà la ripresa dell’analisi, tuttavia nemmeno questa sembra una difficoltà insuperabile. Tanto più se si considera il valore e la bellezza della casa che alla fine il sognatore si troverà a possedere. Senza considerare poi che il lavoro più grosso è già stato compiuto, mancano solo le rifiniture!

Credo sia inutile dire chi rappresenta il costruttore al quale verrà affidato il completamento della ristrutturazione.

I libri antichi sui quali iniziare il lavoro indicano in quale dimensione temporale bisognerà muoversi: quella che appartiene al passato, all’infanzia e alla giovinezza.

Per rendersi conto di quali lavori restano ancora da fare, bisogna “arrampicarsi” usando mani e piedi. Significa che è richiesto un certo impegno personale e diretto.

La casa è grande, bellissima, meravigliosa, tutta bianca, piena di luce e di sole. La sua bellezza sorprende il sognatore e lui la scopre poco a poco.
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È una stupenda immagine delle risorse che possediamo dentro di noi, ma che lasciamo inutilizzate perché - prima di intraprendere una psicoterapia basata sull’interpretazione dei sogni - non sappiamo di possederle.
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PS - Dopo questo sogno il paziente ha ripreso l'analisi che aveva interrotto prima della sua conclusione.

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