2 ottobre 2010

Sogno n. 147

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È giorno. Cammino lungo una strada di periferia in compagnia di un’altra persona non ben identificata. Sulla mia sinistra c'è la campagna. A destra vive un gruppo elitario di persone benestanti. Hanno una loro struttura organizzativa che non conosco, ma che mi intriga.
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Con la persona che mi accompagna riusciamo ad entrare in questa specie di mondo separato. Con mia grande sorpresa mi accorgo però che in realtà quelle persone si affannano come formichine per costruire case di un opprimente colore verde scuro o rosso cupo, e lo fanno usando il materiale spugnoso che usano i fiorai per infilarci i fiori. Allora comincio a chiedermi che senso abbia tutto questo affannarsi per niente.
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Continuo ad inoltrarmi in questo strano paesaggio dove vedo persone preoccupate solo di se stesse che corrono affannosamente e danno grande importanza a cose che per me invece non hanno alcun valore.
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La persona che è con me non vive la mia stessa sensazione di crescente delusione. Inizio a desiderare di venirne fuori, ma con mio grande stupore la via d'uscita risulta introvabile. Mi sembra di essere prigioniera in un labirinto. Molto stanca, sola e preoccupata di non riuscire a ritrovare l'aria pura, mi rivolgo al cielo con forza per ricevere un aiuto. A questo punto, un braccio che non è fatto di carne mi avvolge saldamente alla vita e mi trasporta sul ciglio della strada deponendomi sul muretto di cinta. Sono stremata, accanto a me vedo uno strano piccolo oggetto d'avorio con delle incisioni che mentalmente collego allo yoga. Rifletto un po’ se prenderlo e tenermelo come ricordo di questa strana avventura, ma non ho neppure la forza di allungare la mano. L'oggetto scivola per terra. Anche io sono in bilico sul muretto e rischio di ricadere indietro, ma nuovamente interviene un provvidenziale aiuto esterno che dal di dietro mi spinge facendomi cadere in avanti, finalmente sulla strada libera. Il sole è al tramonto.

Interpretazione

Rispetto al sogno precedente qui vediamo emergere con maggiore forza il conflitto interiore in cui si dibatte la sognatrice: è attratta dalla vita mistica e spirituale, ma ancora non si è liberata del tutto dalla seduzione che il mondo profano e il benessere materiale esercitano su di lei. Infatti quel mondo la "intriga" e la induce a darsi da fare per entrarci. Una volta dentro, però, si accorge che le persone che prima considerava privilegiate (gruppo elitario) in realtà si affannano per costruire case opprimenti e fatte, per di più, con il materiale poroso che i fiorai usano per infilarci gli steli dei fiori. Questo materiale evoca l'idea di qualcosa di ARTIFICIALE e SENZA VITA perché viene spontaneo confrontarlo con la terra vera che invece nutre i fiori.

La delusione e la presa di coscienza della sognatrice sono molto forti, tanto è vero che ripete più volte concetti analoghi: le case costruite da quelle persone sono OPPRIMENTI e INCONSISTENTI; quelle persone si affannano per niente; quelle persone sono tutte prese da se stesse, quelle persone corrono e danno grande importanza a cose che per lei non hanno alcun valore.

A questo punto potrebbe sembrare tutto molto semplice: essendo rimasta delusa dal mondo "ordinario", lei se ne distacca senza rimpianti e senza difficoltà. Troppo facile! In realtà tutto risulta molto più complicato e difficile: "La via d'uscita sembra introvabile"..... "Mi sembra di essere prigioniera in un labirinto"..... "Molto stanca, sola e preoccupata di non riuscire a ritrovare l'aria pura"…. “Rischio di ricadere indietro”.

La situazione della sognatrice non è invidiabile perché non le piace più il mondo ordinario, ma nello stesso tempo non è capace di uscirne. Per sua fortuna, nel momento in cui sente di non riuscirci con le sue sole forze, chiede ed ottiene un intervento sovrannaturale (il braccio che non è di carne). Lo psicoterapeuta "laico" potrebbe considerare non positivo il fatto che la sognatrice risolva il suo problema grazie ad un doppio intervento "esterno" cioè non derivante da una sua effettiva maturazione-crescita come persona, ma c'è da tenere presente che in questo caso il problema non sembra essere di natura nevrotica. A meno di considerare nevrotici tutti i mistici. Qualcuno l'ha fatto, ma io non me la sento di seguirlo su questa strada, anche se è vero che alcuni aspetti della personalità mistica presentano risvolti meritevoli di approfondimento psicologico.

Il piccolo oggetto d'avorio che la sognatrice collega allo yoga e che non ha la forza di prendere, può essere messo in relazione con una esperienza da lei fatta recentemente. Ha seguito un seminario cattolico in cui si è parlato della possibilità di utilizzare le tecniche yoga oltre ai tradizionali strumenti del cattolicesimo cioè preghiera, sacramenti, meditazione, opere di carità, ecc. Evidentemente per lei queste tecniche non vanno bene, forse le sente estranee alla sua mentalità e alla sua cultura.

La persona che accompagna la sognatrice non è facile da interpretare, d'altra parte non sembra avere un ruolo molto importante nel sogno, scompare quasi subito.

Più interessante è l'immagine del sole al tramonto che conclude il sogno. Il sole ha molti significati, ma in questo caso potrebbe essere il simbolo della luce FISICA che sta diminuendo di intensità per lasciare il posto alla luce della conoscenza MISTICA alla quale aspira la sognatrice.

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