25 maggio 2011

Sogno n. 177

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Ho una lite furibonda con il mio collega d'ufficio. Gli urlo in faccia la mia rabbia. Lui rimane sconcertato ed io sono soddisfatta di questo risultato. Mi ha proprio rotto i cosiddetti!

Interpretazione

Quando l'analista dice che è bene che le emozioni trovino il loro sfogo, il paziente quasi sempre obietta: "Ma allora dovrei prendere a pugni il mio capoufficio, picchiare mia madre, dare fuoco alla macchina dell'inquilino che abita sopra di me e ascolta la televisione a tutto volume fino alle due di notte?".

No, questo non risolverebbe la situazione, la complicherebbe. Le emozioni possono invece emergere benissimo nei sogni come hanno fatto in questo caso. Anzi, possono farlo molto meglio dal momento che in un sogno possiamo benissimo spellare viva una persona, strapparle le unghie o rosolarla a fuoco lento e godere alla vista delle sue sofferenze. Tutto questo, in un sogno, può avvenire senza produrre il benché minimo danno a chicchessia e senza guastare i rapporti con nessuno. Tutto questo non sarebbe possibile nella realtà. E la cosa incredibile è che la soddisfazione e lo sfogo che si ottengono in questo modo fanno sì che nella vita reale i rapporti con la persona in questione migliorino nettamente.

In psicologia ci sono scuole che cercano di far emergere le emozioni dei pazienti dirigendole contro bersagli "sostitutivi", per esempio cuscini, asciugamani, materassi, ecc. A questo proposito voglio raccontarvi un aneddoto personale. Una volta partecipavo ad un seminario che si svolgeva in un albergo e che si proponeva di dare un esempio del metodo che ho descritto sopra. Ebbene, ad un certo punto accorse un cameriere allarmatissimo per le urla di donna che sentiva provenire dalla stanza in cui ci trovavamo noi: era una donna che in quel modo "esprimeva le sue emozioni". Ora io non voglio mettere in dubbio l'effettiva efficacia di quel metodo, dico soltanto che, per quanto mi riguarda, lo trovo troppo “rumoroso”. Senza considerare, poi, che lo stesso risultato (anzi addirittura migliore) può essere ottenuto in maniera "pulita" lavorando con i sogni.

19 maggio 2011

Sogno n. 176

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Mi trovo su una spiaggia ed ho in mano un oggetto di plastica bianca. Intorno a me ci sono molti amici che mi dicono che non c'è bisogno che continui a pulire quell'oggetto in quanto è già pulito a sufficienza. Sembrano addirittura un po' scocciati, come se mi considerassero una maniaca della pulizia. Io invece dico che ancora non è pulito abbastanza, anche se all'apparenza lo sembra.

Per farlo tornare veramente bianco, allora, decido che lo immergerò nell'acqua del mare e per garantire il successo dell'operazione, essendo l'oggetto una mia proprietà, mi immergerò anch'io. Di questo sono pienamente convinta e non mi frega niente di quello che pensano gli altri.

Interpretazione

Chi segue una psicoterapia si sente ripetere molto spesso da parenti, amici e conoscenti una o più delle frasi seguenti:

• Ma come, ancora non hai finito?
• Stai diventando dipendente dall'analista
• Per te l'analisi è diventata una droga
• Devi farcela da solo
• Potresti spendere meglio quei soldi

E via di questo passo. Queste critiche sono molto pericolose per l'analisi perché vanno a rafforzare i dubbi, le incertezze e soprattutto le resistenze che tutti i pazienti incontrano lungo il percorso che porta a una maggiore conoscenza di sé. E non cambia molto la situazione il fatto che queste critiche vengono quasi sempre da persone che parlano così perché hanno paura dell'analisi. Il paziente questo non lo sa e non sapendolo teme di fare la figura dell'incapace, dell'ingenuo, di uno che si lascia abbindolare e spennare. La conseguenza è che la tentazione di interrompere l'analisi (che aspetta solo l'occasione propizia per trasformarsi in una decisione vera e propria) viene rafforzata potentemente da queste critiche dei parenti e degli amici.

In questo caso, per fortuna, il sogno descrive una situazione completamente diversa: la paziente sa quello che vuole (il bianco completo cioè la pulizia completa) ed è pronta a ottenerlo "fregandosene" di quello che dicono i suoi amici.

Lei ha già ottenuto qualche risultato parziale, ma vuole di più e soprattutto ha capito che per ottenerlo deve immergere se stessa nell'inconscio (mare), non basta immergervi soltanto l'oggetto.

Importantissimo è il fatto che la sognatrice riconosca che l'oggetto "sporco" da lavare le appartiene: significa che non ha più bisogno di usare il meccanismo della  PROIEZIONE di cui ci serviamo per attribuire agli altri le "magagne" che invece incosciamente sentiamo di avere dentro. 

La spiaggia è terra che confina col mare perciò la strada da percorrere per raggiungerlo è pochissima quindi si può prevedere che l'operazione di "lavaggio" andrà a buon fine e non richiederà molto tempo.

13 maggio 2011

Sogno n. 175

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Al centro del neo che ho sul viso è cresciuto un grosso pelo nero. Mi dà fastidio, voglio toglierlo e mi accorgo che posso estirparlo con le sole mani. È spesso quanto un ferro da calza ed è attorcigliato come un serpente. Allora penso al dolore che proverò nell'estirparlo dalla radice. Invece scopro che viene via con grande facilità e senza alcun dolore. .

Interpretazione


Sensazione di avere qualcosa che deturpa la nostra immagine, desiderio di liberarsene e previsione di un forte dolore nel farlo.
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Il neo di solito viene visto come elemento di bellezza, ma può essere visto anche come MACCHIA che imbruttisce, specie se è accompagnato da un PELO molto spesso e a forma di serpente.
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Anche in questo caso, il dolore IMMAGINATO
mentre la sognatrice pensava all'operazione di pulizia scompare invece nel momento in cui passa all'esecuzione vera e propria.
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Questa previsione di sofferenza, che la realtà dimostra errata, è dovuta al fatto che reagiamo ai nostri conflitti interiori ancora con lo stesso atteggiamento che avevamo quando eravamo piccoli, deboli e vulnerabili. Il tempo passa, noi cresciamo, ma è come se l'inconscio non se ne accorgesse. Freud diceva che nell'inconscio il tempo non esiste.

5 maggio 2011

Sogno n. 174 (bis)

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Sento il bisogno di andare di corpo, ma non vado a farla nel mio bagno, vado in un luogo all'aperto perché voglio poter controllare bene quanta ne faccio. E ne faccio tanta, anzi tantissima, un mucchio alto parecchi centimetri. Dentro ci sono anche dei vermetti. Allora provo una piacevolissima sensazione di svuotamento completo, di pulizia e di liberazione totale.

Il luogo in cui l'ho fatta mi dà l'impressione di essere un posto in cui in precedenza avevo svolto un lavoro.

.Interpretazione

Basta superare il primo momento di sgradevolezza prodotto dal sogno per rendersi conto che si tratta di uno di quelli che caratterizzano l'ultima fase di un'analisi andata a buon fine. Liberarsi degli escrementi equivale infatti a liberarsi dei contenuti psichici inconsci considerati sporchi e inaccettabili. I vermetti contribuiscono ad accrescere il senso di schifo prodotto dagli escrementi, che già da soli sarebbero sufficienti per produrre una reazione istintiva di rifiuto. Questa interpretazione è confermata dall'ultima frase del sogno: il lavoro svolto in precedenza è quello compiuto durante l'analisi.
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È facile immaginare come poteva sentirsi il sognatore prima di buttare fuori tutta quella "porcheria". Altrettanto facile è capire le sensazioni piacevolissime da lui provate dopo essersene liberato.