30 maggio 2019

Sogno n. 347


Non ricordo bene il luogo in cui mi trovo ma non sono sola, ci sono altre persone, per lo più colleghi d'ufficio. Ad un tratto sento qualcosa di strano sul naso: mi specchio e vedo che c'è una cosa che sembra un vermetto piccolino. Penso: "E' probabile che sia sporcizia" e cerco di pulirmi. Chiedo ad una collega se c'è ancora e lei dice di sì. Tolto quello, però, ne spunta un altro. Sono proprio vermetti e ne spuntano uno dietro l'altro. Allora mi spavento, oltre ad essere schifata. Poi iniziano ad uscire anche dalla bocca: io li sputo a terra impazzendo dallo schifo e anche vergognandomi, ma non posso fare altro. Per fortuna la mia collega non mi fa sentire a disagio, sono io che mi ci sento, da sola.

Alla fine la pioggia di vermi dalla bocca finisce e io mi guardo in bocca per capire se davvero siano finiti. Scopro che provenivano da un dente scavato dal dentista, la cui cura deve essere ancora completata con l'otturazione. Si vede che, mangiando, ci sono rimasti residui di cibo che non sono riuscita ad eliminare con lo spazzolino e che sono marciti. Finalmente sono più tranquilla ma non vedo l'ora di andare dal dentista per perfezionare la cura.

Interpretazione

Ecco di nuovo, sotto un'altra forma, le immancabili pulsioni "cattive" che fanno la loro comparsa a seguito dell’opera non ancora ultimata del dentista-analista. Opera che fortunatamente la paziente desidera perfezionare e completare. Altri pazienti, invece, a questo punto dell’analisi la interrompono, ma sarebbe più appropriato dire che fuggono.

Perché i vermi provengono proprio da un dente? Nei sogni questo capita spesso e la ragione sta nel significato simbolico che possiedono i denti in quanto, prima mordono-staccano il pezzo di cibo, poi lo masticano-demoliscono. In questo modo il simbolo dei denti esprime sia la valenza positiva del procurarsi il cibo necessario per vivere sia la valenza negativa dell’aggressività. È passato alla storia il morso con il quale, il 28 giugno 1997, Mike Tyson staccò un pezzo d’orecchio al suo avversario durante un incontro di box.



Match del 28 giugno 1997: Mike Tyson vs Evander Holyfield


2 maggio 2019

Sogno n. 346


Tornavo a casa ma non riuscivo ad entrare perché sia la casa che il giardino erano piene di tigri che minacciavano di uccidermi. Le tigri erano chiuse in gabbie e ognuna aveva la sua. Chiamavo mio padre e gli chiedevo aiuto ma lui, pur udendomi, sembrava non preoccuparsi, come se tutto fosse normale. 

Io mi sentivo abbandonata e capivo che dovevo arrangiarmi da sola. In qualche modo ce l'avrei fatta. Forse non era così pericoloso come pensavo.

Interpretazione

Ecco di nuovo le solite pulsioni "cattive" che, per effetto del meccanismo della “proiezione”, sembrano situate all’esterno. C’è anche la figura del padre che dovrebbe avere una funzione protettiva ma lascia sola la figlia perché sottovaluta la sensazione di pericolo da lei provata. Il motivo di questo disinteresse da parte del padre, del resto, non ha molta importanza ai fini dell’interpretazione del sogno. Quello che conta è che lei si sente in pericolo e abbandonata.

La sua sensazione di essere abbandonata produce tuttavia un effetto positivo in quano la spinge a diventare autonoma quindi adulta. In più, il pericolo viene ridimensionato con la conseguenza che diventa più affrontabile. La conclusione è che lei sente di potercela fare perciò se ne avvantaggerà la sua fiducia in se stessa e la sua autostima.

Le tigri sono in gabbia quindi ben controllate. Attualmente Il pericolo è solo potenziale e sembra riconducibile a figure femminili (le tigri). Però è solo un’ipotesi da sottoporre a verifica nel prosieguo dell’analisi.

La casa potrebbe rappresentare sia la personalità della sognatrice (impossibilità di essere compiutamente se stessa) sia la famiglia vera e propria (impossibilità di farne parte emotivamente). Ma potrebbero anche essere veri entrambi i significati (meccanismo psichico della “condensazione”).
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Vedere l'interpretazione del sogno 183.

Continuo a raccontare sogni che sono analoghi ad altri che ho già interpretato in precedenza perché penso che possa risultare utile a chi in questo campo vuole affinare il proprio "fiuto" interpretativo. Ed anche per dimostrare l’inesauribile e stupefacente ricchezza delle immagini che l’inconscio usa nei sogni. Al suo confronto Federico Fellini era solo un dilettante. Non mi stancherò di ripeterlo.