28 novembre 2012

Sogno n. 264


È sera e mi trovo in un posto che non riesco a identificare bene. Ad un tratto entro in un edificio che si compone di due piani, piano terra e seminterrato. Quest'ultimo mi viene da definirlo CRIPTA. Entrambi i piani sono bui e polverosi, due grandi stanzoni che sembrano magazzini in abbandono. Al piano terra, qua e là, cocci di bottiglie e vecchi tavoli rotti danno l'idea che si tratta di locali già usati in passato.

Sempre al buio o quasi (sul soffitto ci sono fioche luci giallicce che consentono appena di vedere l'ambiente), decido di scendere nella cripta, però tentenno perché ho paura. Si tratta di una situazione e di un luogo estremamente inquietanti, soprattutto la discesa al piano di sotto. Però ci arrivo lo stesso, sia pure rimanendo vicino al muro, come per proteggermi.

Arrivata finalmente di sotto, sempre lottando con la mia paura che però non do a vedere, parlo personalmente con il Papa, di non so cosa. Una volta che lui ha lasciato la scena all'improvviso, io esulto e vado saltando per tutta la cripta dicendo: "Ce l'ho fatta, ho parlato col Papa e sono stata io a dominare la situazione!". Questo perché ero stata io a condurre la conversazione. Continuo a saltare per tutta la stanza esultando, anche se continuo ad averne paura. Avverto invisibili presenze sinistre  che sono lì nella stanza come pure dietro le tante e grosse porte di legno pesante che ci sono nelle pareti. Continuo la  mia "danza" che, anche nei movimenti, mi sembra una danza tribale con la quale cerco di esorcizzare la mia paura.

Poi, sempre esultante e dopo avere trascorso nella cripta un tempo sufficiente per dimostrare che sono coraggiosa, torno al piano di sopra dove l'inquietudine persiste, ma è più lieve ed esco sentendomi liberata. So che non ritornerò lì dentro, ma perché non ce n'è bisogno, altrimenti potrei farlo e l'ho dimostrato. Torno fuori....

Interpretazione

Ci troviamo di fronte all'ennesima versione della discesa nell'inconscio, sempre uguale nella sostanza ma sempre diversa nella forma dal momento che non si danno mai due esperienze di vita perfettamente identiche. 

In questo caso notiamo innanzitutto che si tratta di scendere in un SEMINTERRATO e che la sognatrice è portata istintivamente a chiamarlo CRIPTA. Il seminterrato si chiama così perché si trova per metà sotto terra (nascosto) e per metà sopra (visibile) quindi sta ad indicare una situazione in cui l'inconscio non è più seppellito laggiù in fondo e comincia a venire alla luce-coscienza.

La sognatrice ha studiato il greco e sa che CRIPTA significa NASCOSTA (come ci appare sempre la nostra parte INCONSCIA). Ha anche associato questa parola al locale che si trova sotto l'altare delle chiese. Noi sappiamo che la Chiesa è associabile alla Madre (“nostra madre chiesa”) quindi è molto probabile che il Papa del sogno non indichi una figura maschile, ma l'aspetto POTENTE della MADRE la quale domina per virtù SPIRITUALI  (proprio come il Papa, appunto, che possiede un'autorità non basata sulla forza materiale).

A livello di consapevolezza-coscienza questo dominio non era mai stato avvertito, infatti l'incontro con il Papa avviene in una CRIPTA, che significa NASCOSTA, come già detto. Ma a livello inconscio era stato vissuto con una insofferenza  la cui intensità diventa evidente appena veniamo a sapere quanto è grande la GIOIA-ESULTANZA prodotta dall'essere stata capace di AFFRONTARE il Papa e di DOMINARE la conversazione.

Nel sogno lei torna a rivivere una situazione nella quale si era già trovata in passato ("si tratta di locali già usati in passato"), ma adesso il modo in cui si rapporta con la madre potente è completamene diverso, addirittura capovolto, adesso il ruolo direttivo ce l'ha lei.

Da notare che il Papa lascia la scena all'improvviso, dopo che lei è stata capace di "affrontarlo" con decisione e sicurezza: una volta affrontata e superata la prova, l'ostacolo sparisce.

Il cambiamento che si verifica nel sogno ha avuto un riscontro anche nella vita da sveglia. Infatti il suo rapporto "difficile" con la madre è sparito del tutto per lasciare il posto ad una confidenza amichevole che la riempie di gioia e la trova ancora quasi incredula.

C'è stato un cambiamento radicale anche nel modo in cui vive le situazioni di lavoro, adesso è più tranquilla e sicura, affronta senza palpitazioni di cuore anche le persone "importanti" con le quali viene a contatto.

La paura delle pulsioni (presenze sinistre) non è scomparsa del tutto, ma adesso può fare affidamento sul nuovo coraggio che ha scoperto di possedere. Il coraggioso è colui che ha paura ma sa fronteggiarla.

Lei sente che non avrà bisogno di ripetere la prova di coraggio in quanto avverte che la conquista ottenuta è definitiva.

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