Quello
che segue non è un sogno ma un flash mentale avuto da una mia paziente. Lo inserisco
in questa raccolta perché un flash è assimilabile ad un sogno - con tutto
quello che ne consegue - a patto che sia davvero non "costruito". Quando possiede questa caratteristica, il flash compare improvvisamente sul
palcoscenico dell'attenzione e si impone alla coscienza grazie ad una evidenza
intrinseca che prescinde da ogni RAGIONAMENTO. Tale sua caratteristica ci
consente di considerarlo proveniente dall'area dell'inconscio e per tale motivo
assimilabile ad un sogno.
La
paziente in questione era in analisi da diversi anni perciò aveva imparato a
distinguere bene le "masturbazioni mentali" dai flash genuini.
_____________________
Mentre
leggevo una pagina del libro di Marie Cardinal "Le parole per dirlo",
ho avuto il seguente flash.
Vado alla
mia solita seduta di psicoterapia, ma questa volta voglio fare uno scherzo al
mio analista. Appena entro lo saluto poi comincio ad inveire contro di lui dicendo
che mi ha proprio stufato, che non voglio più ascoltare le sue frasi fatte e le
sue parole studiate, che non ci capisce un cazzo dei problemi degli altri, anzi
è solo capace di complicare loro la vita.
Poi, per
impaurirlo ancora di più, tiro fuori una pistola e gliela
punto contro continuando ad inveire contro di lui. So benissimo che la pistola è scarica,
ma godo tantissimo nel vedere la sua faccia atterrita. Una volta tanto sono io
ad avere il coltello dalla
parte del manico. Questa volta sarà lui a subire. Poi, quando mi rendo conto di
averlo impaurito per bene, gli confesso tutto e mi siedo sulla solita poltrona.
Però vengo redarguita con parole molto dure e questo mi fa soffrire moltissimo,
mi sento abbandonata da lui, così gli chiedo scusa per avere il suo perdono.
Non posso sopportare che sia così arrabbiato con me.
Interpretazione
Il
primo pensiero che viene in mente leggendo queste parole è che la paziente
sente l'analista (cioè me) come saccente, poco empatico, incompetente e
spocchioso. Se così fosse la questione sarebbe abbastanza semplice, anche se
non molto lusinghiera per me, e tutto sommato non varrebbe nemmeno la pena di
riferirla qui. Ma dietro il significato apparente forse ce n'è un altro -
come nei sogni - che vale la pena di ricercare.
Questa paziente, intanto, veniva da me già da diversi anni, come ho già detto. È verosimile
pensare che avesse sopportato per così tanto tempo un analista talmente
"negativo" sotto ogni punto di vista?
Vediamo
un po', cerchiamo di andare oltre le apparenze:
lei voleva ferire il mio amor proprio, voleva mettermi PAURA,
inveiva contro di me, GODEVA tantissimo nel vedere la mia faccia atterrita e
nel vedermi nella parte di chi SUBISCE. Soprattutto sentiva che, una volta
tanto, ERA LEI CHE AVEVA IL COLTELLO DALLA PARTE DEL MANICO. Qui è facile notare subito che il coltello assolve alla sua funzione PENETRANDO.
Credo
che le ultime parole ci forniscano la chiave interpretativa giusta: fino
a quel momento lei aveva vissuto il rapporto con me in termini di POTERE, aveva
visto in me quello che COMANDAVA, quello che SAPEVA, quello che la costringeva
in un ruolo PASSIVO, quello che poteva permettersi il lusso di essere SICURO di
sé.
Tutte
queste cose lei avrebbe voluto possederle ma, sentendo di non averle, le
INVIDIAVA in me e soffriva per questo, alimentando contemporaneamente in sé un forte desiderio di
RIVALSA che aveva soddisfatto nel flash. Ma questo solo fino al momento in cui
era riaffiorato l'atteggiamento infantile della bambina che non sopporta di
vedere il papà-analista arrabbiato e chiede perdono per non essere abbandonata.
L'ipotesi
che il suo rapporto con gli uomini fosse dominato dal desiderio di esercitare
il POTERE su di loro, trova una convincente conferma nel comportamento che lei
metteva in atto quando era corteggiata da uomini ai quali si sarebbe
concessa volentieri, ma ai quali: si negava sessualmente perché, diceva, "Una volta che
mi sono concessa non mi resta più niente in mano per farli stare ai miei
piedi, per comandarli".
E
di quale oggetto POTENTE si era servita per esercitare il POTERE su di me
mettendomi paura? Si era servita di una PISTOLA. Non credo ci sia bisogno di
molte parole per dimostrare il simbolismo fallico di una pistola e la possibile
ragione di questa sua scelta.
È
molto difficile che una donna possa avere orgasmi soddisfacenti durante il
rapporto sessuale con un uomo finché desidera
possedere lo STESSO tipo di potere che ha l'uomo cioè quello di
PENETRARE e PROIETTARE (pistola-proiettile, pene-sperma).
Mentre
lavoravamo su questo flash, infatti, la paziente ha mormorato come se parlasse
a se stessa: "Ho sempre creduto di essere capace di avere orgasmi senza
problemi, ma forse io non so cosa sia un orgasmo vero perché
non l'ho mai avuto. Fino all'ultimo momento, infatti, sono cosciente di tutto
quello che accade attorno a me, anche di una mosca che cammina".
Aggiungiamo
anche che una donna la quale inconsciamente associa il pene ad una PISTOLA
non si trova nella condizione migliore per ottenere il pieno godimento sessuale
quando fa l'amore con un uomo.
A
volte il paziente è contento che il suo analista sia bravo, ma nello stesso
tempo lo invidia e gli porta rancore perché lui possiede proprio quelle qualità che
anche lui vorrebbe avere ma non ha, cioè la Conoscenza, il
Potere, l'Equilibrio, la Salute, la Sicurezza, ecc.
A
dimostrazione del fatto che una donna può INVIDIARE il proprio analista e
desiderare di AGGREDIRLO-FERIRLO-UMILIARLO, vi racconterò un fatto che mi risulta
personalmente. Molti anni fa, una donna che conoscevo seguiva un'analisi che pesava notevolmente
sul bilancio familiare, ma non raccontava mai i suoi sogni all'analista e se li
faceva interpretare da me, per amicizia. Quando le chiesi la ragione di questo
suo strano comportamento, mi rispose
testualmente: "Mica sono scema, io da lui ci vado solo per dimostrargli
che è una testa di
cazzo!".
Ultima notazione: la paziente ha avuto il flash mentre stava leggendo il libro "Le parole per dirlo" in cui la sensazione di DEBOLEZZA-VULNERABILITA' provata da alcune donne è descritta in modo stupendo.
Ultima notazione: la paziente ha avuto il flash mentre stava leggendo il libro "Le parole per dirlo" in cui la sensazione di DEBOLEZZA-VULNERABILITA' provata da alcune donne è descritta in modo stupendo.
Probabilmente
le mie argomentazioni non avranno convinto tutti quelli che mi hanno letto fin qui. Me ne
dispiace ma la mia coscienza professionale, quando la paziente mi ha raccontato
questo flash, è rimasta tranquilla. Il seguito positivo dell'analisi dimostrò
che poteva permetterselo.
Nessun commento:
Posta un commento