14 marzo 2011

Sogno 169 (bis)

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Ero in bicicletta e volevo seguire un’aquila reale che stava planando nel cielo. Ogni tanto voltava la testa per guardarmi, come per accertarsi che la stessi seguendo davvero. Mi piaceva anche il verso che emetteva ed ero così attratto da quell’animale che non riuscivo a fermarmi. Ma ad un certo punto mi prendeva un affanno incredibile e sentivo che i muscoli delle gambe erano diventati talmente duri che non riuscivo più a pedalare. Allora mi giravo e vedevo che attaccato alla mia bicicletta c’era un carrello sopra il quale stava seduto il mio nonno materno. Sentivo ancora il verso dell’aquila, ma non la vedevo più. Provavo un grande sfinimento e alla vista del nonno anche rassegnazione.

Interpretazione

Nella vita reale, a causa dell’età, il nonno del sognatore non ci sta più molto con la testa quindi si presta molto bene a rappresentare simbolicamente la parte poco efficiente del sognatore stesso, la parte che lo blocca e gli rende impossibile seguire e realizzare le sua aspirazioni ALTE, REGALI, NOBILI (l’aquila regale). Quest’ultima esprime anche l’idea della libertà e del dominio.

La bicicletta rappresenta la capacità di muoversi nella vita facendo affidamento soltanto sulle proprie forze.

Nel sogno ci sono contemporaneamente due aspetti, uno negativo e uno positivo. Il primo è rappresentato dal fatto che il sognatore è RASSEGNATO. Il secondo invece dal fatto che l’aquila reale, pur non essendo più in vista, fa ancora sentire il suo verso. Significa che non è stata persa del tutto, può ancora essere raggiunta. Si può aggiungere anche che l'aquila manifesta un atteggiamento amichevole e collaborativo, accetta di essere seguita, vuole essere seguita.

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