4 settembre 2010

Sogno n. 142

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Mi trovo in una pianura squallida in cui ci sono solo alti cumuli di terra. Sono seduta su una montagnola ed osservo la pianura sotto di me dove vedo due gemelli (1) che si stanno divertendo con i fuochi d'artificio. Li guardo impaurita perché ho il timore che prima o poi me ne facciano esplodere qualcuno addosso. Però non mi muovo.
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Dopo un po' uno dei due mi si avvicina avendo in mano il bastoncino con il quale accende i fuochi dopo avere imbevuto di benzina l'ovatta che è avvolta sulla punta. Mi chiede di aprire le gambe ed io lo faccio, dopodiché mi fa notare che nell'inguine sono piena di bolle e fa per avvicinarci il bastoncino per medicarle. Io mi ritraggo impaurita, ho paura che mi bruci. Lui mi rassicura dicendo che da quella medicazione ricaverò un beneficio e inizia a disinfettare le bolle con la benzina. Le bolle non spariscono immediatamente, ma non posso fare a meno di constatare che non mi ha bruciato come invece temevo.
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(1) Nella realtà questi gemelli esistono davvero e gestiscono un distributore di benzina. Io li conosco e mi fido di loro completamente perché sono bravissime persone.

Interpretazione

La prima parte del sogno ci fa capire la sensazione di squallore e solitudine che la sognatrice sta provando in questa fase della sua vita.

Per farvi capire qual è il significato simbolico dei due gemelli devo riferire un particolare. Se lo tacessi, tutto il sogno resterebbe incomprensibile. All’epoca del sogno, dunque, nel mio studio c'era un quadro con una foto di S. Freud che la paziente a volte guardava commentando che ci assomigliamo come due gocce d'acqua (i due gemelli). Non ha importanza se questo sia vero o meno, a noi qui interessa solo sapere che lei ne era convinta.

Nella realtà i due gemelli gestiscono un distributore di benzina. Poiché la paziente soffre di crisi depressive e poiché la depressione è prevalentemente mancanza di ENERGIA, lei considera i gemelli - cioè la coppia analista-Freud - il "luogo" in cui potersi rifornire di benzina-energia.

La fiducia che lei nutre nei confronti dei due gemelli consente di ipotizzare l’esistenza di un buon rapporto terapeutico tra la paziente e l’analista, quindi esiste la condizione principale per il successo della terapia.

I due gemelli però non si limitano a distribuire benzina-energia, nel sogno giocano anche con i fuochi d'artificio. Ora sappiamo tutti che questa seconda attività è caratterizzata da almeno due aspetti, uno piacevole e uno pericoloso: se da un lato i fuochi sono belli, divertenti e piacevoli da guardare, dall'altro devono essere maneggiati con cautela e solo dalle persone appositamente addestrate per questo. Possiamo anche aggiungere che i fuochi d'artificio rappresentano una bellezza che parte da SOTTO (inconscio) e sale verso l'ALTO (coscienza). Durano poco, è vero, ma vengono rimpiazzati da quelli che vengono dopo in un fluire continuo. I fuochi d'artificio (aspetto bello-piacevole della vita) nel sogno vengono accesi con la benzina-ENERGIA. Come dire: possono permetterseli solo quelli che non sono depressi, nel caso specifico i due gemelli (analista-Freud). Infatti lei non accenna ad un sia pur minimo divertimento da parte sua, nomina i fuochi unicamente per dire che procurano diletto ai gemelli, e solo a loro.

Per quanto la riguarda, lei prova paura ma per fortuna non si muove, non fugge come aveva sempre fatto in precedenza. Adesso ha fiducia, completamente fiducia. Adesso l'alleanza terapeutica è davvero solida. A questo punto comincia la seconda parte del sogno, importantissima, quella in cui si può vedere quanto si sia trasformato radicalmente il modo in cui la sognatrice percepisce a livello profondo l'intervento terapeutico dell'analista. Vediamo.

Il bastoncino con sulla punta l'ovatta infiammata è un evidente simbolo fallico, ma in questo caso nel fallo non bisogna vedere soltanto l'organo genitale concreto, ma piuttosto il suo significato simbolico di capacità di intervenire attivamente sulla realtà per modificarla in senso positivo dal punto di vista terapeutico, nel caso specifico. Il potere attribuito ai simboli fallici è del resto ben espresso dalla bacchetta magica e dallo scettro del re.

Nella fase dell'analisi che aveva preceduto questo sogno la paziente aveva opposto un sistematico rifiuto di aprirsi. Anche a livello cosciente diceva: "Perché mai dovrei permettere a qualcuno di ROVISTARE dentro di me?". Dallo Zingarelli apprendiamo che rovistare significa “Cercare dappertutto, specialmente facendo rumore, spostando oggetti, METTENDO IN DISORDINE”, (le maiuscole sono mie). A questa definizione io aggiungerei che, quasi sempre, chi rovista è anche una persona che fa una cosa che non avrebbe il diritto di fare. Di solito si rovista nei cassetti, nelle tasche degli altri e senza il loro consenso. In queste condizioni il lavoro dell'analista è paragonabile a quello di un dentista che si trovi di fronte una paziente che non vuole aprire la bocca.

Ora, invece, questo atteggiamento di CHIUSURA è scomparso e lei accetta finalmente di aprire le gambe cioè di rendere accessibili all'analista le parti più intime, segrete e delicate di se stessa. Non avviene per caso infatti che spesso una paziente sogni l'analista nelle vesti del ginecologo. Ci si potrebbe chiedere se questo mutato atteggiamento della paziente nei confronti dell'analista implichi anche una disponibilità sessuale vera e propria, riconosciuta o meno a livello cosciente. Probabilmente sì, ma il professionista serio si distingue da quello cialtrone soprattutto in questo: il secondo ne approfitta spregevolmente, il primo usa l'accresciuta disponibilità della paziente per accelerare il processo terapeutico. È ovvio che lo stesso discorso vale specularmente per l'analista donna.

Lei prova ancora un residuo senso di paura ma, come già detto, quello che conta è che adesso questo timore non ha più il potere di bloccarla e di farla fuggire di fronte all'intervento dell'analista. Evidentemente la fiducia che adesso ha in lui è più forte della paura che prima la induceva a chiudersi per proteggersi.

Nel sogno non viene detto, ma la paziente mi ha precisato verbalmente che nel sogno non sapeva di avere quelle bolle sull'inguine. Significa che l'analisi le ha permesso di scoprire problemi irrisolti di cui ignorava l'esistenza. Considerata la zona in cui sono localizzate le bolle non è difficile capire la natura di questi problemi.

Qual è la scoperta finale della sognatrice? Semplice e sconvolgente allo stesso tempo: temeva che l'intervento terapeutico risultasse doloroso, invece scopre che non le fa alcun male! A questo punto, di solito, si avvia un processo virtuoso grazie al quale "la fiducia fa aumentare la fiducia" nel senso che la scoperta che "non fa male" induce a fidarsi ancora di più e così via. Dunque tutto facile? No, perché la scoperta che la medicazione non fa male può essere fatta solo dopo che si è accettato di farsi medicare. Lo si può scoprire solo con una esperienza personale, diretta. Le rassicurazioni dell'analista possono solo facilitare la scoperta, non possono determinarla o sostituirla. La difficoltà sta nello spezzare la catena rappresentata dal cosiddetto ragionamento circolare: "Non so nuotare perché ho paura dell'acqua e ho paura dell'acqua perché non so nuotare. Quindi non posso imparare a nuotare”. In un certo senso, questo è l'alibi perfetto perché ci consente di liberarci dal senso di colpa prodotto da tutte le nostre ignavie, paure, pigrizie. Il ragionamento circolare, però, sembra inconfutabile solo se lo consideriamo unicamente dal punto di vista formale. Nella realtà concreta esso è smentito dal fatto che le persone imparano a nuotare. E imparano perché non esistono solo le due condizioni estreme e separate del non saper nuotare e del saper nuotare. Esiste anche una fase intermedia in cui si passa gradualmente dalla prima condizione alla seconda. È la fase dell’apprendimento che il ragionamento circolare commette l’errore di non prendere in considerazione.

La sognatrice dice: "Le bolle non spariscono immediatamente". Questo implica che comunque spariranno, prima o poi.

Per valutare adeguatamente il cammino percorso da questa paziente, basta confrontare la funzione terapeutica (quindi positiva) che lei attribuisce al fallo in questo sogno con la "minaccia" che invece esso rappresentava in un suo sogno precedente in cui, mentre faceva l'amore con il suo partner, si accorgeva che nel meato urinario di lui era infilata una pallottola che, per giunta, era anche del tipo esplosivo!

Dopo questa interpretazione l'accusa di "fallocrate" è quasi scontata. Mi dispiace, ma questo sogno l'ha fatto una donna. "Sì, ma plagiata da te". I pregiudizi sono duri da schiodare!

Questo sogno fa anche giustizia di una delle tante scempiaggini che si dicono e si scrivono a proposito del ruolo svolto dallo psicoterapeuta durante l'analisi. Mi riferisco a quella secondo la quale noi psicoterapeuti “aiuteremmo semplicemente il paziente a guarire da solo perché solo lui possiede i mezzi per guarire”. In sintonia con questa tesi, in una conferenza mi è capitato di sentire una psicoterapeuta americana affermare con enfasi: "Il paziente è un Dio". Io invece ho pensato: “Dio ci scampi da questi terapeuti” :-)

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