6 maggio 2010

Sogno n. 126

.
Scoprivo una stanza che era ancora dipinta con la vernice che a suo tempo aveva dato papà. Ero contento di avere scoperto quella vernice originale e volevo acquistarne dell'altra uguale per riverniciare. Riuscivo a rintracciare il numero di telefono della ditta che aveva prodotto la vernice, ma avevo il dubbio che nel frattempo il numero fosse cambiato o che la ditta non esistesse più. Comunque telefonavo, parlavo con la ditta e mi dicevano che la vernice c'era ancora. A quel punto avevo il dubbio che la vernice, pur avendo lo stesso n° identificativo, fosse cambiata nei suoi componenti, considerati gli anni che erano trascorsi. Pensavo anche che, comunque, il colore dovesse essere uguale, quindi decidevo di comprarla ma, mentre mi svegliavo, mi veniva il pensiero fulmineo che quella vernice era quella di papà, non la mia!

Interpretazione

Tra le tante critiche malevole che si fanno all'analisi c'è anche quella secondo la quale il paziente finirebbe per ragionare con le stesse idee dell'analista (simbolo del padre). Una specie di plagio, insomma. Questo sogno dimostra invece quanto sia infondata questa accusa. In un primo momento infatti nel sogno c'è il desiderio perfino ossessivo di ricalcare esattamente le orme del padre, ma alla fine il sognatore ha la consapevolezza improvvisa di possedere una propria personalità distinta, separata e diversa da quella del padre. Questo è il primo passo verso l'emancipazione dai valori semplicemente "trasmessi". .

Non è escluso che il paziente, adesso, possa decidere di usare ancora la stessa vernice usata dal padre, ma in questo caso lo farebbe solo perché quella vernice "gli piace" e non più perché è quella che aveva usato il padre. Per poter sviluppare una propria personalità autonoma è necessario distinguersi, separarsi, differenziarsi. Bisogna precisare, però, che questo processo non implica necessariamente il rifiuto di tutto quello che ci è stato trasmesso. Implica solo il ripensare criticamente i valori trasmessi e verificare quali ci convincono e quali invece no. Relativismo morale, allora? Non direi. Infatti, quando la personalità si è sviluppata in modo equilibrato, certi valori fondamentali vengono sempre riconosciuti e fatti propri.

Nessun commento: