9 marzo 2010

Sogno n. 119

.
Ero nell'ingresso del mio studio. Avevo messo sulle poltrone un meccanismo esplosivo. Si trattava di un interruttore collegato ad una pila elettrica. Da questa partivano due fili che arrivavano, con le estremità scoperte, nella polvere da sparo. Da qui partivano altri due fili che arrivavano ad un potente esplosivo e lo avrebbero fatto esplodere. Quasi senza rendermene conto (o senza potermi fermare) giravo l'interruttore. Mi rendevo conto che i fili avrebbero incendiato la polvere e che da lì l'esplosione si sarebbe propagata all'esplosivo vero e proprio. Pensavo che sarei stato completamente distrutto, ma la polvere non si incendiava. Pensavo anche che non era una cosa istantanea e che potevo intervenire togliendo i fili, strappandoli, però non riuscivo a farlo, ero come bloccato. Stavo lì con angoscia, sperando che non esplodesse e, nello stesso tempo, attendendo l'esplosione fatale.
.
Il sogno si interrompe qui. L'esplosione non avveniva ed ero contento, ma ero anche preoccupato che potesse ancora avvenire, infatti tutto il processo richiedeva solo pochi istanti, quindi poteva ancora verificarsi.

Interpretazione

È una situazione che abbiamo incontrato in molti altri sogni. Cambiano le scene ma il significato è sempre lo stesso. Riporto ugualmente il sogno (e ne riporterò anche altri in seguito) perchè vale la pena di rilevare l'inesauribile creatività dell'inconscio, la sua capacità di impiegare immagini sempre diverse per esprimere lo stesso concetto.
.
Si tratta della sensazione provata dal sognatore di avere avviato un processo che condurrà fatalmente alla propria distruzione mediante due esplosioni di potenza crescente, la prima delle quali - più debole - funziona da innesco per la seconda.
.
L'esplosivo è costituito dal materiale inconscio che è stato rimosso - cioè tenuto lontano dalla coscienza - a causa della sua temuta pericolosità. Adesso l'analisi sta facendo riaffiorare quel materiale e ne consegue il timore che salterà in aria tutto.
.
Fin qui il sogno. Nella realtà, questo timore del sognatore risulta infondato in quanto i casi di psicosi conclamata sono statisticamente molto rari e facilmente riconoscibili. Lo stesso dicasi per la cosiddetta psicosi "latente" di cui si legge nei testi, anche se in questo caso è richiesta una maggiore attenzione. Penso comunque che la sensibilità affinata di uno psicoterapeuta esperto non faticherebbe ad individuarla.
.
Chiarito questo, allora, si può spiegare la pressoché costante sensazione di pericolo provata dai pazienti in analisi tenendo presente che essa viene rivissuta nel presente, ma risale all'infanzia, quando la personalità era ancora in formazione e quindi era debole e incapace di fare fronte alle emozioni troppo forti. Possiamo vedere, del resto, che già in questo sogno, pur angoscioso, comincia a fare capolino l'idea che "la polvere non si incendia". Come dire: "Il timore viene smentito dai fatti". Però è ancora presto per sentirsi del tutto tranquilli. In questa fase dell'analisi, cioè, prevale nettamente la paura che l'esplosione possa ancora avvenire, tuttavia il processo di rassicurazione è già iniziato, bisogna solo favorirlo e lasciare che giunga a conclusione. Una volta arrivati a quel punto, ma solo allora, i pazienti si stupiscono di avere avuto paura di certi contenuti psichici e.... si rammaricano di non aver iniziato prima la terapia.

Nessun commento: