9 ottobre 2018

Sogno n. 339


Ero con una donna che sentivo essere mia madre, anche se non lo era per l'aspetto fisico. L'aiutavo a soccorrere un bambino piccolo che era in pericolo. Era suo figlio ed io sentivo che era mio fratello. Il bambino si trovava in una grotta e lei non riusciva a staccarlo dalla roccia, ma io ci riuscivo facilmente.

Era un neonato nudo e completamente congelato. Me lo stringevo al petto mentre ci allontanavamo dalla grotta. Era un cubetto di ghiaccio, tanto che, nel muovergli un braccino, emetteva il sinistro scricchiolio del ghiaccio che si rompe. Allora decidevo di non muoverlo più sapendo che ogni scricchiolio corrispondeva ad una frattura.

Sapevo che sarei riuscito a rianimarlo anche se mia madre lo dava per morto. Infatti mi fermavo al sole e il piccolino si scioglieva quasi subito e sporgeva la testa verso il sole, apriva gli occhi e sorrideva per il calore che lo stava riportando in vita. Provavo amore e gioia per il piccolino e lo stringevo a me.

Poi tutto era confuso, ma sapevo che il bimbo era nuovamente in pericolo in un posto cupo e non più caldo. Con lui c'erano 2-3 donne maldestre che lo tenevano pericolosamente vicino ad un pozzo. Temevo per lui e non facevo in tempo a riprenderlo, una di loro lo faceva cadere nel pozzo con un gesto maldestro del braccio.

Interpretazione

Il sognatore aveva avuto un'infanzia caratterizzata da un rapporto materno da lui  vissuto come molto FREDDO. Solo quando rifletteva razionalmente arrivava alla conclusione che, in fondo, sua madre aveva fatto anche dei sacrifici per crescerlo. Diceva: "Se si è sacrificata così vuol dire che mi voleva bene". Ma arrivava a questa conclusione solo per via  logica, come deduzione, non si trattava della sensazione immediata di calore prodotta dall'amore quando viene manifestato apertamente.

Era cresciuto in un ambiente di donne che, secondo lui, non si erano prese cura della sua infanzia nella maniera giusta. Dal momento che lui è ancora vivo, però, la morte che gli procurano è quella emotiva, non quella fisica.  

Poiché la caverna è un simbolo materno e anche dell'inconscio, a quel livello il sognatore sente che è riuscito a raggiungere la sua autonomia di individuo solo grazie alle proprie capacità. Senza di queste, la madre lo avrebbe ancora tenuto attaccato a sé.


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