6 aprile 2013

Sogno n. 280



Stavo torturando una lucertola col fuoco. L'avevo messa dentro un contenitore con acqua ed alcool poi le avevo dato fuoco. Ero turbato nel vederla soffrire e nel vedere come il fuoco aumentava sul corpo dell'animaletto. Ero angosciato.

Quando poi ho pensato che fosse morta, ho avvicinato le mani al contenitore e ho avvertito il grande calore che si era sviluppato. Ne deducevo che la lucertola doveva essere sicuramente morta. Mi allontanavo per un po', ma al mio ritorno mi accorgevo che nel frattempo la lucertola si era mossa e questo mi turbava ancora di più perché pensavo a quanto doveva aver sofferto. 

Poi prendevo il contenitore per andare a gettare nel secchio della spazzatura il suo macabro contenuto, ma con sorpresa trovavo accanto al secchio una lavatrice straordinaria. Era bellissima, tutta d'acciaio cromato. Trovavo la lavatrice meravigliosa e preziosa. 

La mia intenzione era quella di gettare nel secchio della spazzatura quanto si trovava nel contenitore, ma mi accorgevo che in realtà lo mettevo dentro la lavatrice. A quel punto mi sentivo sollevato, l'angoscia di prima era in parte scomparsa.

Interpretazione

Qui è rappresentato il conflitto tra la parte BUONA del sognatore e quella CATTIVA-AGGRESSIVA-CRUDELE-SADICA. Dallo scontro tra le due parti scaturisce sofferenza, turbamento e angoscia.

Se volessimo "pesare" le due componenti, dovremmo concludere che in questa fase dell'analisi quella sadica ha il sopravvento dal momento che l'azione "cattiva" viene comunque portata a termine.

L'atto del gettare nel secchio della spazzatura il contenuto macabro corrisponde al desiderio di far SPARIRE  quanto è stato prodotto dalla "cattiveria", ma senza il necessario processo di elaborazione. La lavatrice rappresenta invece l'analisi poiché non fa SPARIRE le cose, ma ce le restituisce PULITE dopo avere eliminato lo sporco.

Il paziente ha la sensazione che la lavatrice sia "straordinaria", "bellissima", "preziosa", "meravigliosa" perché lo libera dallo “sporco”, dal senso di colpa.



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