10 ottobre 2012

Sogno n. 258


Ero nel dormiveglia e mi accorgevo di avere messo l'indice e il medio a forbice e di averli appoggiati alla base del pene. Il gesto era quello abituale per me, cioè collegato all'idea di tagliarmi il pene. Questa volta, però, c'era una novità, provavo immediatamente un forte sentimento di repulsione, tanto da levare le dita di scatto.

Interpretazione

Il dormiveglia rappresenta la fase di passaggio dalla veglia al sonno o viceversa. In quei momenti possiamo avere pensieri, sensazioni e immagini che sono un mix di coscienza e di inconscio, con prevalenza di quest'ultimo. Ecco perché nelle sedute di analisi possiamo utilizzare anche quel tipo di materiale (immagini ipnagogiche).


Su questo "quasi-sogno" ci sarebbe da scrivere molto, ma mi limiterò all'essenziale. La persona in questione, in passato aveva avuto diverse volte la fantasia di tagliarsi il pene e aveva cercato di immaginare come si sarebbe sentito dopo. A spingerlo a fare tale fantasia non erano dei sensi di colpa e il conseguente desiderio di autopunirsi, era piuttosto una curiosità che lo solleticava parecchio. Si sarebbe potuto pensare a delle tendenze omosessuali, ma non sembrava questo il caso. Lui avvertiva vagamente che, dopo, sarebbe stato "meglio". 

Lavorando a lungo su questo materiale, l'ipotesi più attendibile che emerse fu che per lui "tagliarsi il pene" era come dimettersi da un incarico troppo gravoso, troppo impegnativo, tanto è vero che in precedenza aveva fatto un altro sogno in cui, pur essendo proprietario di un grande palazzo antico, dormiva abitualmente nel porticato come un barbone (vedere il sogno n. 24).

Per lui, insomma, evirarsi significava arrendersi anziché sopportare la fatica e il rischio che il combattere comporta. L'arrendersi era quindi associato all'idea di un vivere più facile, più comodo, più sicuro. Ecco perché quella fantasia lo intrigava tanto. Era pertanto evidente che avrebbe continuato a coltivare quella fantasia fintantoché l'avesse associata al pensiero-sensazione: EVIRATO È BELLO.

In ogni modo, in questo sogno facevano la loro comparsa una novità e un però. Adesso la curiosità e l'attrazione erano state sostituite da un forte sentimento di REPULSIONE. Adesso non desiderava più DIMETTERSI. Come conseguenza, nella vita da sveglio cominciò a comportarsi diversamente, era più grintoso, aveva abbandonato l'atteggiamento dello sconfitto per "scelta propria” ed era deciso a giocarsi tutte le carte che aveva in mano.

Fino a che punto sarebbe arrivato? Solo la vita vissuta avrebbe dato una risposta a questa domanda. La cosa importante per ognuno di noi, del resto, non è dove si arriverà, ma riuscire a usare tutto il carburante che si ha in dotazione. Poi chi vivrà vedrà....

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi eviro in uno stato di incoscienza/narcosi. Rinvengo e mi agito moltissimo realizzando la tragedia che ho consumato: le parti di pene distaccate sono inspiegabilmente due. Tenendo a fatica le due parti unite alla loro base (a mo' di pene ancora integro), parto alla ricerca di aiuto, vergognandomi della mia condizione ma non potendo far molto per nasconderla. Cerco aiuto tra i miei amici ma dopo aver spiegato loro l'accaduto, a parte qualche cenno di compassione, non ricevo nessun aiuto e dopo vengo addirittura deriso. Disperato chiedo pubblicamente aiuto mostrando a tutti il mio dramma e soltanto un estraneo viene in mio soccorso.
Nella seconda parte del sogno, mi vedo a tavola con la mia famiglia e i parenti più stretti, dopo qualche attimo di vergogna da parte di mio padre io decido di parlare dell'accaduto a tutti. Pare abbia ricevuto delle cure, ma non vedo il mio pene e pare come se, ormai, la realtà dell'evirazione, a prescindere dalla consistenza o meno del pene o meno, faccia ormai parte della mia vita.

oneiros ha detto...

Leggo solo adesso (16 maggio 2017) questo commento che è stato fatto a molta distanza dalla pubblicazione del sogno al quale si riferisce.

Non capisco il motivo della sua pubblicazione dal momento che da molto tempo non interpreto più online i sogni che mi spediscono. Tanto meno, poi, quelli inseriti impropriamente in un commento.

Anonimo ha detto...

Ciao Onerois,
sono lo stesso anonimo del commento. Ti chiedo scusa se ho fatto un uso, secondo te, improprio del tuo blog. Ma non condivido la tua opinione.
Per me è stato molto utile e importante poter attingere al tuo prezioso database.
Il tuo lavoro meticoloso, appassionato e gratuitamente offerto al mondo della rete, mi ha consentito di guardare alla mia esperienza da un punto di vista meno emotivo e più scientifico, mi ha aiutato ad affrontare le mie paure con più risolutezza e spirito pratico, ma soprattutto, mi ha fatto sentire meno solo nel duro e, a volte, imbarazzante confronto con il proprio subconscio.
Ho commentato il post spinto dallo stesso spirito di condivisione che ho sentito di ricevere, con grande beneficio, da questo blog, nella certezza che il prossimo lettore interessato a comprendere meglio questo tipo di sogno, trarrà senz'altro beneficio anche dalla mia esperienza.
La data del post è irrilevante, in quanto i motori di ricerca rimandano ad esso non per la data di pubblicazione ma per le parole chiave utilizzate, così com'è stato per me.
Cari saluti.