2 agosto 2011

Sogno n. 190


Avevo traslocato in un attico nuovo, bellissimo, pieno di luce e di mobili laccati, ma mi ritrovavo a girare per le stanze della vecchia casa, vuote e scalcinate. Mi meravigliavo nel constatare che provavo rimpianto e nostalgia per quei luoghi.

Interpretazione

Può sembrare strano, ma questa nostalgia per la vecchia personalità (la casa in cui abitavamo precedentemente) compare quasi sempre nel corso di una psicoterapia quando inizia il cambiamento in positivo (l'attico nuovo e bellissimo). Nonostante tutto, restiamo attaccati a quel modo di vivere che pure ci ha fatto soffrire.

A pensarci bene, si può anche capire perché questo avvenga: a parte i vantaggi secondari che ci ha procurato la nostra nevrosi (attenzione, cure, affetto), stiamo per separarci da un lungo periodo della nostra vita e anche questa è una perdita, un lutto che ha bisogno di essere elaborato.

Per capire meglio questo stato d'animo proviamo a pensare a quelle persone (ce ne sono) che conservano come ricordo l'ingessatura che li ha immobilizzati per molti mesi. Quel gesso è sicuramente associato a sensazioni sgradevoli come la rigidità dell'armatura, l'impossibilità di muoversi e di grattarsi nel punto che prude, ecc. ma su quel gesso ci sono anche le firme degli amici che premurosi sono venuti a trovarci per tenerci compagnia. Quel gesso ci ricorda un periodo in cui chi ci vuole bene si prendeva cura di noi in modo particolare e ci riservava un’attenzione speciale.

Tolto il gesso torniamo nel mucchio dei tanti che devono "scarpinare" senza avere la luce dei riflettori concentrata su di loro. Per qualcuno, poi, non si tratta nemmeno di "tornare" nel mucchio, ma di entrarci per la prima volta (vedere sogno n. 179).

Come se non bastassero le normali "resistenze", anche questo fattore contribuisce a prolungare la durata di una psicoterapia.

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