16 giugno 2011

Sogno n. 180

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Sono in un paese tropicale, davanti al mare. È un posto recintato, sembra un porto. Sono sulla spiaggia e c'è mio cugino G.... che mi propone di immergermi e di nuotare. Nel sogno io lo vedo come uno che sa nuotare bene e che mi propone qualcosa che io ho paura di fare o non so fare bene. Poi, però, ci penso bene e mi rendo conto che lo posso fare. Mi immagino immerso nell'acqua profonda e girarmi in quell'acqua.

Nel contesto di questo stesso episodio, improvvisamente ho un flash, un'immagine che si apre. Vedo un grande cartellone sul quale è raffigurata una donna nuda che, a pancia sotto, sale su una collinetta strisciando. Io sto dietro la donna e tengo davanti a lei una farfallina che è legata ad un bastone con un lungo spago.

Nella donna c'è un senso di sofferenza e di fatica. In me, invece, c'è l'atteggiamento di chi sfotte.

Interpretazione

Nella prima parte del sogno compaiono sia il blocco dell'azione dovuto alla paura di essere incapace, sia il superamento di questo blocco grazie alla raggiunta consapevolezza delle proprie capacità.

Nella seconda parte c'è la rivalsa che il paziente si prende sulla figura femminile in generale. Il bisogno di rivalsa deriva dal fatto che nella realtà quest'uomo vede le donne come figure potenti alle quali è costretto a rivolgersi per farsi proteggere ed accudire. Le vede potenti ma le invidia anche, proprio per questa loro potenza. E le odia perché lo costringono a sentire il bruciore della frustrazione e dell'impotenza. Di tutto questo si vendica umiliando la donna, immaginandola nuda a strisciare, a faticare. E per giunta la sfotte anche trattandola come un cagnolino di fronte al quale si agita un oggettino qualsiasi (farfallina) per stimolarlo a correre.

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