17 luglio 2019

Sogno n. 348-bis


Vado in ospedale per rinnovare la medicazione che in precedenza mi avevano fatto per una ferita al braccio destro. Mi sento tranquilla e serena. Quando però il medico comincia a togliere la vecchia medicazione, mano a mano che svolge la fasciatura compare dapprima il sangue rappreso, poi il pus e alla fine la carne della ferita che era diventata tutta marcia. A quel punto non ce la faccio più a sopportare quella vista disgustosa, mi giro schifata e fuggo dall’ospedale.

Interpretazione

Questa paziente conosceva superficialmente la psicoanalisi per avere visto qualche film sull’argomento, di quelli in cui si guarisce subito, appena riemerge alla coscienza un determinato episodio che era stato rimosso.

Influenzata da questa idea, non c’era praticamente seduta in cui non mi ripetesse come un ritornello: “Non vedo l’ora che da laggiù venga fuori quello che deve venire fuori. Così guarisco”. 

Questa era la sua sincera convinzione a livello cosciente. Era addirittura impaziente di conoscere il “rimosso”. Il sogno però mostra inequivocailmente quale fosse il suo atteggiamento profondo, quello inconscio nei confronti del "rimosso". 

C’è forse bisogno di dire quale dei due atteggiamenti alla fine prevalse? La paziente interruppe l’analisi nonostante il continuamente ripetuto desiderio di conoscere il materiale rimosso.

In teoria, la causa dell’interruzione di questa terapia potrebbe essere attribuita anche a qualche interpretazione intempestiva, troppo anticipata, ma a questo proposito posso solo chiedervi di credermi se dico che non ce n’erano state. In caso contrario l’avrei detto, senza problemi.


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