21 maggio 2018

Sogno n. 334


Incontro un ragazzo che nella realtà ho conosciuto quando avevo 15-18 anni. Non lo incontro più da molti anni.

Cominciamo a parlare e noto che ha il viso devastato da tante pustole che secernono pus. Mi avvicino al suo viso e comincio a baciarlo. Così facendo penso di poterlo guarire. Lo strano è che non provo alcun senso di fastidio quando il pus bagna le mie labbra, anzi penso che quello sia l'unico sistema per guarire il suo male.

Interpretazione

Si guarisce dalla nevrosi quando si diventa capaci di entrare in contatto con i contenuti inconsci "sgradevoli" e di integrarli nella coscienza. Qui la sognatrice dimostra di essere arrivata al punto di svolta dell'analisi. L'immagine del pus che viene baciato è piuttosto forte, ma proprio per questo dimostra di possedere una efficacia altrettanto forte.

La sognatrice entra in contatto con la sua parte maschile che aveva rimosso fin dalla sua adolescenza. Percepisce questa parte come malata, ma vuole guarirla e si rende conto che può farlo soltanto entrandoci in contatto, appunto. Mentre lo sta facendo scopre che l’operazione non è sgradevole come tutto avrebbe fatto supporre. 

Ognuno di noi ha dentro di sé entrambe le componenti, maschile e femminile, sia pure in proporzioni diverse a seconda della persona. 

Come puro esercizio mentale potremmo chiederci quale effetto potrà produrre nella vita reale della sognatrice questa riconciliazione. In teoria si possono immaginare due sbocchi diversi:
  1. Riavvicinamento e riconciliazione con la figura maschile esterna quindi miglioramento dei rapporti intersessuali.
  2. Identificazione totale con la figura maschile interna con conseguente possibile sviluppo di una omosessualità fino a quel punto rimasta latente.
In ogni modo, lo ripeto, questo è un puro esercizio mentale che non ha niente a che fare con la psicoterapia vera e propria.


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