Tornavo a casa ma non riuscivo ad entrare perché sia la casa che il giardino erano piene di tigri che minacciavano di uccidermi. Le
tigri erano chiuse in gabbie e ognuna aveva la sua. Chiamavo mio padre e gli chiedevo aiuto ma lui, pur udendomi, sembrava non
preoccuparsi, come se tutto fosse normale.
Io mi sentivo abbandonata e capivo
che dovevo arrangiarmi da sola. In qualche modo ce l'avrei fatta. Forse non era
così pericoloso come pensavo.
Interpretazione
Ecco
di nuovo le solite pulsioni "cattive" che, per effetto del meccanismo
della “proiezione”, sembrano situate all’esterno. C’è anche la figura del padre
che dovrebbe avere una funzione protettiva ma lascia sola la figlia perché sottovaluta la sensazione di
pericolo da lei provata. Il motivo di questo disinteresse da parte del padre,
del resto, non ha molta importanza ai fini dell’interpretazione del sogno. Quello
che conta è che lei si sente in pericolo e abbandonata.
La sua sensazione di essere abbandonata produce tuttavia un effetto positivo in quano la spinge a diventare autonoma quindi adulta. In più, il pericolo viene ridimensionato con la conseguenza che diventa più affrontabile. La conclusione è che lei sente di potercela fare perciò se ne avvantaggerà la sua fiducia in se stessa e la sua autostima.
Le
tigri sono in gabbia quindi ben controllate. Attualmente Il pericolo è solo
potenziale e sembra riconducibile a figure femminili (le tigri). Però è solo un’ipotesi
da sottoporre a verifica nel prosieguo dell’analisi.
La
casa potrebbe rappresentare sia la personalità della sognatrice (impossibilità
di essere compiutamente se stessa) sia la famiglia vera e propria
(impossibilità di farne parte emotivamente). Ma potrebbero anche essere veri entrambi i
significati (meccanismo psichico della “condensazione”).
.
Vedere
l'interpretazione del sogno 183.
Continuo
a raccontare sogni che sono analoghi ad altri che ho già interpretato in
precedenza perché penso che possa risultare utile a chi in questo campo vuole
affinare il proprio "fiuto" interpretativo. Ed anche per dimostrare
l’inesauribile e stupefacente ricchezza delle immagini che l’inconscio usa nei
sogni. Al suo confronto Federico Fellini era solo un dilettante. Non mi
stancherò di ripeterlo.
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