27 aprile 2010

Sogno n. 125

.
Pensavo che l'Italia, grazie ad una politica di collaborazione con i paesi arabi, avrebbe potuto ottenere in concessione da loro un territorio nell' Africa del Nord. In questo modo avremmo potuto riparlare di Impero. La cosa però non mi convinceva molto, era eccessiva, pericolosa, forse anche offensiva. Del resto pensavo alla Francia e mi dicevo che si poteva essere grandi anche essendo una Repubblica senza Impero.
.
Interpretazione
.
Ho già detto in un'altra occasione che nei sogni l'Africa è spesso un simbolo dell'inconscio. La prima parte del sogno esprime allora un atteggiamento assunto molto di frequente dalla nostra parte razionale-cosciente nei confronti dell'inconscio: lo si vuole colonizzare, lo si considera terra di selvaggi nella quale bisogna portare la civiltà.
.
La seconda parte del sogno invece vede la comparsa dell'atteggiamento opposto, il sognatore si rende conto che questa pretesa è eccessiva, pericolosa e offensiva sia per l'inconscio che per la coscienza. Capisce cioè che si può essere grandi anche rinunciando alle velleità di dominio imperialistico sull'inconscio.
.
Questa acquisizione è la "conditio sine qua non" per dare inizio a un vero atteggiamento collaborativo nei confronti dell'inconscio, l'unico che produca risultati positivi e concreti.
.
Molto spesso i pazienti credono che la comunicazione con il loro inconscio debba essere costruita facendo ricorso alla VOLONTÀ e all'impegno consapevole. Niente di più errato! Questo è proprio il modo più sicuro per andare incontro alla delusione e alla frustrazione. L'unica cosa che invece possiamo fare per agevolare l'arrivo dei messaggi dall'inconscio tramite i sogni è porci in un atteggiamento di ATTESA e di CURIOSITÀ per quello che prima o poi arriverà di sicuro.

17 aprile 2010

Sogno n. 124

.
Vicino al mare c'è una ragazza che sta piangendo per la morte del padre (che da vivo era un ubriacone e viveva sotto i ponti).

Alcune persone mi invitano a cercare di consolarla, ma io sono troppo presa dai miei pensieri e allora mi invento la scusa che non è giusto rompere le scatole a chi ha deciso di stare da sola per piangere il suo dolore. Poi, però, vado a consolarla e ad un certo punto compare il padre che si mette a parlare con noi.

.
Interpretazione
.
Nella realtà il padre della sognatrice è morto da molti anni. Lei non aveva un buon rapporto con lui per parecchi motivi, ma soprattutto perché non corrispondeva alle sue aspettative. È convinta pertanto di ricordarlo senza rimpianto, di non soffrire per la sua morte.

A livello profondo invece le cose stanno in modo molto diverso, ma rifiuta di prendere contatto con quella sua parte che piange per la morte del padre. Rifiuta accampando come scusa le occupazioni della vita di veglia che, in questo modo, vengono da lei usate per distogliersi dal dolore.

Alla fine, tuttavia, riesce a vincere le resistenze e questo fa sì che la figura del padre riaffiori a livello cosciente e si ristabilisca il contatto.

Quando propongo questa interpretazione alla paziente, lei all’inizio la rifiuta finché non preciso che può esserci una differenza enorme tra un padre reale e la sua immagine idealizzata in base alle aspettative di una figlia. Si può restare indifferenti per la scomparsa del padre reale e nello stesso tempo piangere per la morte di questa immagine idealizzata.

Postilla: il tutto avviene “vicino al mare” cioè vicino all’inconscio. Quella emozione dolorosa non è più rimossa.

12 aprile 2010

Sogno n. 123

.
Devo avanzare con difficoltà in una galleria sotterranea. In fondo vedo la luce, è l'uscita. C'è della vegetazione che ostacola i miei movimenti però mi rendo conto che non si tratta di spine, ma di fiori. Dovrò lo stesso farmi strada, tagliare la vegetazione, ma è ben altra cosa rispetto a prima, adesso non ho la sensazione di graffiarmi.
.
Interpretazione
.
La galleria sotterranea è l'inconscio. L'analisi sta arrivando a conclusione. C'è ancora da lavorare, ma oramai si tratta di aprirsi la strada in mezzo a contenuti piacevoli (fiori). La parte sgradevole del cammino (spine che graffiano) è stata compiuta e il sognatore si sente vicino a "venirne fuori".
.
Questa è la meritata ricompensa per il lavoro compiuto durante l'analisi. Dal paziente soprattutto, ma anche dall'analista.
.
Non è vero che l'analisi consista nel prendere contatto solo con i contenuti sgradevoli della propria psiche. Ma questo lo si scopre soltanto verso la fine. Se fosse possibile trasferire questa scoperta dalla parte finale dell'analisi a quella iniziale, tutto sarebbe più facile e.... breve.