Corro via spaventata e, insieme con i miei familiari, formiamo una barricata per difenderci dal mostro. La bestia esce e si dirige verso di noi con aria cattiva, come se volesse ucciderci. Noi ci dividiamo in due gruppi lasciandogli un varco. Allora la bestia passa senza aggredirci e se ne va SCOMPARENDO nel nulla.
La parola BESTIA è stata evidenziata dalla sognatrice stessa nel resoconto scritto, probabilmente per sottolineare l'intensità della paura che aveva provato nel sogno, le ultime tre parole invece le ho evidenziate io per sottolineare il punto di arrivo di ogni psicoterapia riuscita.
La paziente - per difendersi dalla propria parte aggressiva, BESTIALE - l'ha rinchiusa in una GABBIA ma, poiché questo stratagemma non basta a farla sentire sicura, ha bisogno di mettere anche un uomo di guardia e di perdere la consapevolezza di quanto ha fatto. Questi processi difensivi infatti sono del tutto inconsci. Si tratta del meccanismo di difesa chiamato RIMOZIONE che abbiamo già incontrato. In questo caso le difese sono addirittura tre: la gabbia, il guardiano, la cancellazione dalla memoria conscia. Possiamo quindi arguire quanto fosse forte la pulsione che cercava di venire fuori e manifestarsi nella vita di veglia.
Gli impulsi aggressivi ai quali si riferisce il sogno sono diretti verso i propri familiari. Nella seconda parte del sogno infatti la "bestia" sembra voler uccidere i componenti della famiglia.
L'analisi porta la sognatrice a prendere contatto con questa parte rimossa e a scoprire che in realtà la sua cattiveria è soltanto presunta. Tanto è vero che la bestia dall'apparenza così aggressiva, una volta liberata cioè arrivata a livello della coscienza, non aggredisce nessuno e addirittura SVANISCE nel nulla.
Con poche, vivide immagini questo sogno riassume interi trattati di psicoanalisi....