29 aprile 2013

Sogno n. 281 bis


Ero diventato ricco e avevo invitato a pranzo alcune persone ricche. Notavo però con dispiacere che i piatti erano "scompagnati" cioè non appartenevano tutti allo stesso servizio. C'erano anche altre cose dello stesso tipo che stonavano con il contesto. Ci restavo male perché non mi facevano sentire allo stesso livello degli invitati. Temevo inoltre che si notassero e che gli invitati capissero che non ero come loro.

Interpretazione

A volte diventare ricchi non basta per far sparire i complessi d'inferiorità che hanno radici molto profonde. In questi casi allora conviene piuttosto ricercare i motivi per i quali ci sentiamo inferiori e lavorarci sopra per farli sparire e per sviluppare altri aspetti della personalità che invece sono molto positivi. Non esistono infatti persone che siano totalmente negative.

In questo caso specifico, poi, c'è da notare che il sognatore è diventato ricco quindi possiede già i mezzi che gli consentirebbero di rimediare all'inconveniente che lo disturba. Li possiede, ma non li usa perciò gli basterebbe mettere un po' più di attenzione in quello che fa per risolvere facilmente il suo problema.


17 aprile 2013

Sogno n. 281



Ero in casa, solo. Ad un certo punto scoprivo che in questa mia casa c'era un'altra stanza, luminosa. La luce all'interno era intensa e bianca. Non avevo mai sospettato che ci fosse un posto così bello in quella casa.

Ero sereno e felice.

 Interpretazione

Sappiamo cosa rappresenta la casa nei sogni cioè la personalità del sognatore. L'analisi è lunga e costa molto, in tutti i sensi ma, se si è perseveranti, il risultato arriva e si scopre di possedere risorse che prima non si sospettavano nemmeno.

Il posto prima occupato dall'angoscia, ora viene preso dalla serenità. Questo significa forse che chi ha fatto analisi è sempre ilare e giocondo? No, significa solo che scompare l'angoscia nevrotica, quella prodotta dai conflitti interiori e resta solo quella intrinseca al "mestiere di vivere".

Se prendiamo in considerazione questo sogno e quello che lo precede possiamo ben concludere:  prima e dopo la cura!


6 aprile 2013

Sogno n. 280



Stavo torturando una lucertola col fuoco. L'avevo messa dentro un contenitore con acqua ed alcool poi le avevo dato fuoco. Ero turbato nel vederla soffrire e nel vedere come il fuoco aumentava sul corpo dell'animaletto. Ero angosciato.

Quando poi ho pensato che fosse morta, ho avvicinato le mani al contenitore e ho avvertito il grande calore che si era sviluppato. Ne deducevo che la lucertola doveva essere sicuramente morta. Mi allontanavo per un po', ma al mio ritorno mi accorgevo che nel frattempo la lucertola si era mossa e questo mi turbava ancora di più perché pensavo a quanto doveva aver sofferto. 

Poi prendevo il contenitore per andare a gettare nel secchio della spazzatura il suo macabro contenuto, ma con sorpresa trovavo accanto al secchio una lavatrice straordinaria. Era bellissima, tutta d'acciaio cromato. Trovavo la lavatrice meravigliosa e preziosa. 

La mia intenzione era quella di gettare nel secchio della spazzatura quanto si trovava nel contenitore, ma mi accorgevo che in realtà lo mettevo dentro la lavatrice. A quel punto mi sentivo sollevato, l'angoscia di prima era in parte scomparsa.

Interpretazione

Qui è rappresentato il conflitto tra la parte BUONA del sognatore e quella CATTIVA-AGGRESSIVA-CRUDELE-SADICA. Dallo scontro tra le due parti scaturisce sofferenza, turbamento e angoscia.

Se volessimo "pesare" le due componenti, dovremmo concludere che in questa fase dell'analisi quella sadica ha il sopravvento dal momento che l'azione "cattiva" viene comunque portata a termine.

L'atto del gettare nel secchio della spazzatura il contenuto macabro corrisponde al desiderio di far SPARIRE  quanto è stato prodotto dalla "cattiveria", ma senza il necessario processo di elaborazione. La lavatrice rappresenta invece l'analisi poiché non fa SPARIRE le cose, ma ce le restituisce PULITE dopo avere eliminato lo sporco.

Il paziente ha la sensazione che la lavatrice sia "straordinaria", "bellissima", "preziosa", "meravigliosa" perché lo libera dallo “sporco”, dal senso di colpa.